Bologna Fc, l'analisi di Pandev: "Thiago Motta sarà tra i top 5 in Europa"

Motta è stato compagno di Goran nell’Inter del triplete e suo tecnico al Genoa: "Ha imparato da Mou e Gasp, il Bologna con lui decollerà"

Thiago Motta e l'amico Goran Pandev

Thiago Motta e l'amico Goran Pandev

Bologna, 22 settembre 2022 - Wikipedia forse non lo sa, altrimenti nel citare i personaggi illustri legati alla città di Strumica non avrebbe menzionato soltanto il musicista Dimitrios Semsis. Si sarebbe ricordata anche e soprattutto di Goran Pandev. L’altro violinista, con il piede sinistro al posto dell’arco.

Gli scout dell’Inter lo pescarono in questo angolo della Macedonia del Nord nel 2001: duecentocinquantamila euro e il ragazzino sbarcò in Italia dove, in vent’anni, ha composto melodie dolcissime al servizio di tante orchestre. Le prime magie alla Lazio, la firma nell’Inter del Triplete, gli anni di Napoli, fino al legame stretto con il Genoa, prima di vedere il tramonto a Parma. Oggi Goran da Strumica ha deciso di smettere, con la serenità che accompagna solo gli immortali. Perché lui per la sua Macedonia del Nord è questo, un eroe nazionale, una storia da tramandare, il condottiero che con un gol (nello spareggio contro la Georgia) ha portato un popolo per la prima volta a un campionato Europeo.

Ibrahimovic a 41 non ci pensa nemmeno di smettere. Pandev, lei ne ha da poco fatti 39: è davvero sicuro di ritirarsi?

"Sì, smetto. Parlando con la mia famiglia ho deciso fosse giusto così. Voglio dedicarmi ai miei figli, godermeli: il primo, Filippo, ha tredici anni e non l’ho praticamente mai visto. Ana ne ha dieci e Sofia, la piccola, appena quattro. Quest’estate ho ricevuto due-tre offerte, ma partire di nuovo e lasciare Genova, no, non me la sentivo".

Ma non pensa che con questa classe potrebbe ancora dire la sua?

"Il calcio è cambiato, oggi è tutto molto più fisico, i ragazzi vanno come schegge. E la mia fatica non è uguale a dieci anni fa: non riesco a recuperare, ho sempre dolori, andare avanti con le medicine era pesante".

Riavvolga il nastro: il suo gol più importante non può che essere quello alla Georgia?

"Sì, perché con quella rete si è avverato il sogno di un’intera nazione".

Il più bello, invece?

"In uno Juventus-Lazio: dribblai Cannavaro, Zebina e Thuram per poi battere Buffon".

Se le dico 7 dicembre 2003, stadio Dall’Ara…

"Il mio primo gol in A, con la maglia dell’Ancona. Lo segnai a Pagliuca. Quell'anno retrocedemmo, fu una stagione triste, ma importantissima per me: arrivavo dal prestito allo Spezia in C, e mi trovai in squadra con gente come Hubner, Poggi, Ganz".

A Bologna ora è arrivato un certo Thiago Motta. Lo conosce?

(Sorride). "Siamo grandi amici, l’ho avuto come compagno all’Inter e come tecnico al Genoa".

In quale delle due vesti era più esigente?

"Sono due ruoli diversi, ma Thiago era pesante uguale (ride, ndr). Già in nerazzurro era un allenatore in campo, si vedeva che avrebbe avuto un futuro in panchina. E sul suo futuro posso garantire per esperienza diretta: diventerà tra i cinque più forti allenatori d’Europa".

Cosa glielo fa credere?

"E’ un tecnico moderno, vuole la squadra stretta, ama dominare le partite. L’ha fatto con lo Spezia: non l’ha solo salvato, è riuscito a esprimere pure un bel calcio. I giocatori di qualità a Bologna si divertiranno con lui".

Però l’inizio con l’Empoli non è stato esaltante.

"Ho visto la partita, ma è ancora troppo presto per dare giudizi. A Thiago serve tempo: sono convinto che farà bene. Ha ‘rubato’ tanto dai tecnici che ha avuto. In lui vedo quella intensità e quella spinta a dare il massimo tipica di Gasperini, mentre nel motivare i giocatori, mi ricorda tanto Mourinho: una squadra diventa grande se sai spronarla, e a José volevano più bene quelli che non giocavano".

Dopo la sosta, però, il Bologna troverà la Juve.

"Non mi aspettavo un avvio così dei bianconeri, ma hanno avuto tanti infortuni. Sarà una partita bella e dura. Sono convinto che Thiago possa fare il colpaccio".

Avere questo Arnautovic quanto lo aiuta?

"E’ fortissimo, lo metto nei cinque migliori centravanti della serie A. C’era anche lui nell’Inter del 2010, era un ragazzino, ma si vedevano già la qualità e la forza: ha fatto una carriera al di sotto delle aspettative".

E, invece, quanto l’ha delusa fin qui l’Inter?

"Sinceramente non pensavo faticasse così, specie col ritorno di Lukaku: pensavo avrebbe vinto facile. Attenzione, però, è un campionato strano, con un mondiale in mezzo".

Chi vincerà lo scudetto?

"Per ora vedo il Napoli meglio delle altre, ma sono tante a poter vincere. Non solo Milan, Inter e Juve. Dico anche la Roma che si è rinforzata e ha Mou, la Lazio che gioca un gran calcio e l’Atalanta partita fortissimo".