Bologna Fc, Renzo Ulivieri in difesa: "A Mihajlovic va dato tempo"

Il decano sta con il tecnico serbo: "Ci ha provato, tanto se aspetti l’Inter il gol lo prendi. Cambiare stile di gioco richiede pazienza"

Renzo Ulivieri (Ansa)

Renzo Ulivieri (Ansa)

Bologna, 20 settembre 2021 -  Renzo Ulivieri, con l’Inter osare invece che chiudersi ed aspettare ha prodotto una debacle che ai tifosi fa male. "Capisco la delusione dei tifosi di fronte a un 6-1, ma da allenatore comprendo bene il ragionamento che ha fatto Mihajlovic: se ti metti ad aspettare quelli dell’Inter davanti alla tua area prima o poi almeno un gol lo prendi, tanto vale provare ad andare a prenderli alti". Il ragionamento però non ha pagato ed è arrivato il tracollo. "Perché l’Inter è l’Inter: non a caso la squadra campione d’Italia. E’ una squadra che, se sei il Bologna, ti fa male comunque, sia che l’attacchi sia che l’aspetti. Probabilmente facendo una partita più accorta non avresti preso sei gol, ma perdevi comunque. Mettiamola così: Sinisa ci ha provato. E non la vedo un’idea così balzana". Però è un passo nella direzione dopposta rispetto al lavoro fatto in estate per costruire una squadra più attenta alla fase difensiva. "Io a un Mihajlovic che sia diventato improvvisamente catenacciaro non credo. Anche perché ognuno ha la sua indole e Sinisa non mi sembra il tipo che pensa solo a parare i cazzotti senza provare a tirarne qualcuno". Quindi come spiega il patatrac del Meazza? "La prendo un po’ alla larga. Non credo che Mihajlovic quest’anno voglia cambiar pelle alla squadra: penso invece che si voglia costruire un’alternativa tattica al Bologna che tutti fin qui hanno conosciuto". Una metamorfosi finalizzata alla crescita? "Non conosco allenatori che lavorano con lo scopo di peggiorare il rendimento della loro squadra: poi a volte ci si riesce e a volte no. Ma nell’ottica del calcio moderno non solo è utile, ma addirittura è necessario costruire una squadra che sia in grado di adattare il proprio modo di giocare agli avversari e al tipo di partita. In ogni caso bisogna saper variare". Che idea s’è fatto del nuovo Bologna? "E’ una squadra che sta vivendo una fase di transizione. Ma quando l’allenatore va a toccare l’idea generale di gioco servono tempo e pazienza". Tempo e pazienza non sempre fanno parte del bagaglio dei presidenti: vedi i precoci esoneri di Semplici e Di Francesco. "Se facessi un ragionamento puramente sindacale da presidente degli allenatori dovrei dire che due contratti di lavoro sono meglio di uno, ma mi sembra tutto molto strano. Io ricordo sempre il Sarri di Empoli, che in B dopo le prime sei giornate aveva 2 punti. Poi è diventato Sarri". Il Bologna invece può diventare un po’ più grande di quanto è stato fin qui in serie A? "Dal Bologna mi aspetto un campionato tranquillo, con qualche sprazzo di bel gioco e qualche picco di risultato di prestigio con le grandi". E qui torniamo ai sei gol di San Siro. Come si riparte? "Preparando la partita col Genoa. Dei sei gol presi Sinisa ne riparlerà tra un mese ai suoi ragazzi: io almeno facevo così". Come va la sua esperienza alla guida delle ragazze del Pontedera? "Oggi si è perso 3-1, ma era Coppa Italia e non abbiamo giocato male. Intanto i club sta cambiando proprietario e ho messo mia figlia Valentina (22 anni, ndr) a fare il presidente ad interim. Così anche se perdo non rischio di essere esonerato...".  

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