«Stupiremo gli amanti della tavola con tutto il buono dei nostri prodotti»

Alberto Mazzoni guida il nuovo polo Food Brand Marche

INSIEME Alberto Mazzoni, a capo di Food Brand MarchePRELIBATEZZE Qui sopra,  il ciauscolo,  insaccato spalmabile tipico della tradizione  marchigiana A sinistra, la preparazione  delle caldarroste

INSIEME Alberto Mazzoni, a capo di Food Brand MarchePRELIBATEZZE Qui sopra, il ciauscolo, insaccato spalmabile tipico della tradizione marchigiana A sinistra, la preparazione delle caldarroste

Jesi (Ancona)

«UNIRE le ricchezze del territorio all’interno di un unico patrimonio di valore». Food brand Marche, polo diretto da Alberto Mazzoni, ha come obiettivo quello di valorizzare la cultura enogastronomica della regione.

Mazzoni, perché unirvi?

«Food brand Marche nasce per creare una rete e farsi promotore di tutta la realtà agroalimentare marchigiana, da Ascoli a Pesaro: vuole essere un punto di raccolta per gli artigiani della nostra terra. Le Marche possiedono un grande patrimonio di valore legato al turismo, alla cultura e soprattutto alle eccellenze agroalimentari, e il nostro obiettivo è quello di allacciare la filiera locale diventando un esempio di aggregazione di tanti comparti».

Un hub di collegamento tra più realtà.

«Non siamo un club esclusivo, per pochi. Chiunque vuole partecipare è il benvenuto. Siamo una rete generata da più protagonisti, ci occupiamo di comunicare e far conoscere al mondo prodotti che altrimenti avrebbero poca visibilità».

Prodotti in grado di risollevare una terra flagellata dagli eventi sismici dell’ultimo anno.

«Assolutamente. Un sostegno importante. L’enoturismo è una grande arma del territorio marchigiano e in futuro diventerà un asset importantissimo. Le nostra cultura enogastronomica, tutta da scoprire per chi non la conosce, ci permette anche di controllare il danno indiretto che il terremoto ha creato».

E in questo aspetto come puo’ contribuire Fico?

«È un canale fondamentale che ci consente di veicolare e dare massima visibilità ai frutti del territorio. Le aziende delle zone terremotate avranno una sorta di corsia preferenziale, perché meritano di essere messe in risalto. Le Marche contano ben 32 prodotti certificati, che sono indice di garanzia per il consumatore. Vino, carne, cereali e tanto altro. C’è grande attenzione anche al biologico. Fico è un’occasione e un palcoscenico di prestigio e vogliamo dire ‘ci siamo anche noi’».

Quali progetti realizzate per l’occasione?

«Il nostro stand si trova appena entrati nella città del cibo, a dimostrazione dell’impegno nel voler partecipare in prima linea. E sarà suddiviso in tre spazi: uno dedicato al vino, tra gli elementi portanti della nostra cultura, un comparto per le aziende, che si alterneranno durante tutto l’arco dell’evento, e uno spazio per la cucina. Prepariamo ogni giorno un menù diverso, per far toccare con mano e con il palato i prodotti marchigiani ai visitatori. Organizziamo eventi e corsi per raccontare l’origine delle nostre eccellenze culinarie. Ci sono illustrazioni guidate che consentono di studiare da vicino la cultura marchigiana».

Una sorta di racconto enogastronomico.

«Uno dei nostri focus è voler far riscoprire la stagionalità dei prodotti, che oggi purtroppo è stata dimenticata. Ormai mangiamo tutto quando vogliamo, i prodotti sono diventati tutti uguali. Invece è nella differenziazione che si trova la vera origine del gusto. Cavolfiori, moscioli (i frutti di mare tipicamente anconetani, ndr), pesche: ogni prodotto ha una sua specificità e merita di essere gustato al meglio e al momento giusto. Molti non capiscono che i sapori rappresentano il ciclo della natura, ma noi vogliamo ricordarlo».