Un "panorama" mozzafiato di prelibatezze e piatti tipici

Un territorio che vanta ben 37 prodotti a certificazione di qualità

enogastronomia marchigiana

enogastronomia marchigiana

Ancona, Il patrimonio enogastronomico marchigiano comprende 37 tra DOP, IGP, STG (di cui 21 vini), oltre 57mila ettari coltivati ad agricoltura biologica (il 12,74% della superficie regionale), circa 100 prodotti certificati a marchio Qm per volersi limitare ai sistemi che prevedono la certificazione di prodotto, ai quali possiamo aggiungere i 151 prodotti iscritti nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali e i 7 presidi slow food. La Regione Marche affianca e sostiene l’imprenditore che vuole entrare a far parte del mondo della qualità agroalimentare in diversi momenti: nella scelta dello strumento di qualificazione più consono alla propria realtà socio-economica, quando effettuerà degli investimenti per ammodernare la propria azienda, durante il percorso che lo porterà verso la certificazione e nella fase di promozione del prodotto. In questo percorso, gioca un ruolo fondamentale il PSR 2014-2020, che ha una dotazione finanziaria di circa 540 milioni di Euro, ai quali vanno aggiunte le ulteriori risorse assegnate a seguito del sisma del 2016. In particolare, per il settore della qualità agroalimentare è prevista una misura specifica, all’interno della quale sono già stati emanati quattro bandi. Per quanto riguarda il settore delle DOP (denominazioni di origine protetta), la regione annovera attualmente 6 prodotti registrati (Casciotta d‘Urbino, Prosciutto di Carpegna, Salamini italiani alla cacciatora, Olio extravergine di oliva Cartoceto, Oliva Ascolana del Piceno e Formaggio di fossa di Sogliano). Molto importante è anche l’IGP (indicazione geografica protetta), che è già stata ottenuta da 8 prodotti: i Maccheroncini di Campofilone, il Vitellone bianco dell’Appennino centrale, l’Agnello del Centro Italia e il Ciauscolo oltre alla Mortadella di Bologna, alla Patata rossa di Colfiorito e alla Lenticchia di Castelluccio di Norcia che, seppure con un ruolo più marginale, ci vedono coinvolti nella produzione a livello nazionale. L’ultima e attesissima registrazione, quella dell’olio extravergine di oliva ‘Marche’, è arrivata ad aprile 2017. Oltre alle indicazioni geografiche, vanno menzionati i 151 prodotti tradizionali censiti dalla Regione Marche: un ulteriore giacimento di sapori e allo stesso tempo di valori socio-culturali. Alcuni di questi sono molto conosciuti come ad esempio: le Mele rosa dei Monti Sibillini, il Pecorino dei Monti Sibillini, la Cicerchia di Serra de’ Conti, il Carciofo di Montelupone, il Salame di Fabriano e il Lonzino di fico i quali, insieme al Mosciolo selvatico di Portonovo, sono al centro di specifici progetti promossi dall’Associazione Slow Food che ha istituito 7 presidi per la salvaguardia e lo sviluppo economico di queste produzioni di nicchia. Il marchio Qm: attualmente i soggetti che fanno parte del ‘circuito Qm’ sono circa 800. Oltre al rispetto di disciplinari di produzione, verificato da organismi indipendenti, i prodotti a marchio Qm sono caratterizzati dall’elevato livello di comunicazione che si instaura tra produttore e consumatore. Si viene così a creare un rapporto di fiducia basato sull’informazione che deve sempre essere trasparente e completa e questo è possibile combinando le informazioni presenti in etichetta con quelle disponibili su internet.