Fortitudo Bologna, dubbi e sconfitte. La Effe cerca il jolly

Repesa, Aradori e Mancinelli i punti di forza: il tecnico è chiamato a tenere unito l’ambiente. I due italiani hanno esperienza e carisma

Jasmin Repesa, 60 anni, chiede risposte e certezze alla sua Fortitudo (Ciamillo)

Jasmin Repesa, 60 anni, chiede risposte e certezze alla sua Fortitudo (Ciamillo)

Bologna, 13 settembre 2021 - Due settimane per darsi una sistemata e presentarsi pronti all’appuntamento di domenica 26 settembre, quando inizierà il campionato e la Fortitudo ospiterà Reggio Emilia al PalaDozza. Questo è il compito che tutta la truppa biancoblù, a partire da Jasmin Repesa per finire al ragazzo più giovane, deve assolvere cominciando da questa mattina quando la Effe si ritroverà in palestra dopo le fatiche della Supercoppa. Fatiche che sono sembrate più dannose che inutili perché mettere sotto i riflettori una squadra non pronta ha generato una marea di dubbi sull’effettivo valore di questo gruppo. Il bollettino meteorologico, poi, non sembra volgere al bel tempo perché difficilmente Matteo Fantinelli e Leonardo Totè saranno recuperati per l’incontro con i biancorossi e, quindi, si dovrà scendere in campo con gli stessi che con la formazione di Attilio Caja sono finiti sul -30 sette giorni fa e sul -21 sabato scorso.

Di mercato al momento non se ne parla, l’unica soluzione sensata sarebbe quella di privarsi, almeno momentaneamente, di Malachi Richardson per ingaggiare un play straniero, perché il panorama italiano offre solo Luca Vitali, ma l’operazione non è facile da concludere e soprattutto non è così indolore economicamente.  

Sono tre i fattori che possono aiutare la Effe ad uscire da questa tempesta perfetta. La prima è la capacità di Jasmin Repesa di essere un valore aggiunto e di saper far produrre una pallacanestro efficace anche con le squadre più strampalate. Lo stesso tecnico croato aveva dichiarato che la Supercoppa era arrivata troppo presto per essere un test significativo dato che erano stati cambiati 5 stranieri e il loro arrivo a singhiozzo e questa situazione, unita alle assenze, aveva ritardato il normale percorso di assemblaggio di qualsiasi gruppo.

Ora c’è il tempo per lavorare e mettere insieme una grammatica che impedisca ai giocatori di essere quell’armata Brancaleone che si è vista nelle partite contro Venezia e Reggio Emilia. Il secondo fattore è che nella Fortitudo ci sono giocatori esperti, come Pietro Aradori e Stefano Mancinelli, che hanno abbastanza pelo sullo stomaco per aiutare i compagni ad uscire da questo tunnel e soprattutto gli attuali due playmaker, Jon Gudmundsson e Tommaso Baldasso, che stanno attraversando un momento di forte difficoltà. La terza variabile che potrebbe giocare a favore dell’Aquila è il pubblico. Qualcosa si sta muovendo e probabilmente per la prima di campionato la capienza sarà allargata al 50 per cento, per cui buona parte del popolo biancoblù potrà essere presente e far sentire la sua voce. Un calore che sarà sicuramente d’aiuto a chi fino a qui è sembrato non è riuscito a uscire dal pantano delle sabbie mobili appena ci infilava un piede.

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