Il Napoli Motorshow fa infuriare BolognaFiere. "Quel marchio è nostro"

Ottenuto il cambio nome con un decreto d'urgenza

LA KERMESSE Giancarlo Fisichella in pista  al Napoli Motorshow.  L’ex pilota di F1 aveva inaugurato il Motor Show  di Bologna nel 2009

LA KERMESSE Giancarlo Fisichella in pista al Napoli Motorshow. L’ex pilota di F1 aveva inaugurato il Motor Show di Bologna nel 2009

Bologna, 21 maggio 2017 - Con le sue auto rombanti, gli stand traboccanti di gadget, le auto d’epoca, le piste esterne, le gare, gli stuntman e gli ospiti d’eccezione (padrino è l’ex F1 Giancarlo Fisichella), il Motorshow è sbarcato a Napoli, generando subito un visibilio di pubblico... e un decreto d’urgenza del Tribunale di Roma, che diffida gli organizzatori a utilizzare quel nome, troppo simile a quello della kermesse bolognese. È questo l’ultimo dei grattacapi per il salone dell’auto bolognese nell’ultima decade, dopo il duello con Milano, i forfait delle case (poi sono tornate), due edizioni annullate e tutte le altre – ben note – vicissitudini.

LA REPLICA - Mgf: "nessuna imitiazione"

E se pure le imitazioni sono un effetto collaterale del successo, dalle parti di BolognaFiere, titolare in Italia e all’estero del marchio Motor Show (anche se non del nome, troppo generico per poter essere registrato), si è deciso che il nuovo corso del salone, cominciato lo scorso anno, passerà per una maggiore tutela della propria identità, «dopo qualche anno di lassismo» che ha generato decine di cloni, dalle feste di paese agli eventi ben più strutturati. Come quello inaugurato a Napoli lo scorso 19 maggio, contro il quale BolognaFiere aveva preso le distanze ufficialmente lo scorso 16 maggio, diffidando gli organizzatori «all’utilizzo del marchio» e invitandoli ad «astenersi da qualsiasi azione volta a generare equivoci».

Mosse che però non hanno bloccato l’avvio del ‘Napoli Motorshow’, che si chiude oggi dopo tre giorni, e dopo essere stato presentato dal sindaco Luigi De Magistris e raccontato su social, tv e giornali con quel nome. Perlomeno fino a quando, in seguito a un decreto d’urgenza da parte di BolognaFiere, il Tribunale di Roma ha disposto che gli organizzatori del ‘Napoli Motor Show’, cambiassero subito nome, modificassero i riferimenti sulla comunicazione ufficiale, compresi il sito internet e i canali social, e comprassero una pagina su ‘il Mattino’ di Napoli per spiegare alla cittadinanza che non vi è collegamento alcuno tra il salone partenopeo e quello, storico, bolognese. Pena il pagamento di 50mila euro per ogni violazione. Così è stato: ieri, alla chetichella, il profilo del Napoli Motorshow, è diventato Napoli Motori&Show (anche se logo e hashtag sono rimasti intatti), e sul quotidiano partenopeo è comparsa una pagina per spiegare che «La Mgf Event Management, organizzatrice della Napoli Motorshow, non ha alcun legame con il Motor Show di Bologna». Quello originale, che nel frattempo ha già le sue date ufficiali: si terrà dal 2 al 10 dicembre 2017.

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