Bologna, 4 maggio 2011 - Quanti sarete? «Tanti. Sto facendo un tour e ovunque è tutto pieno, pienissimo». Beppe Grillo arriva in città sabato alle 16. Comizio anzi spettacolo in piazza Maggiore. Staffetta con Nichi Vendola, che parlerà la sera. Due leader che si sostengono a vicenda, nella concorrenza? Giovanni Favia, consigliere regionale, astro del Movimento 5 Stelle, non avrebbe dubbi: «Vendola ha fatto la sua stagione. E poi gli preferisco Vasco».

Sorpresa. Parla di Errani, presidente della Regione, il capo del Pd. Ha conquistato anche il leghista Manes Bernardini.

Però il comico non porge l’altra guancia al partito democratico. Il candidato del centrosinistra Virginio Merola e Amelia Frascaroli, cattolica prodiana, vi mettono in guardia, attenti a un effetto Cota 2. Grillo torna Grillo: «Vogliono un capro espiatorio per il loro fallimento. Ma il crollo del Pd non è dovuto ai grillini che rubano i voti. Sono loro che li rubano a noi».
 

Quando accenni alla polemica aperta da Massimo Bugani, candidato sindaco a Cinque stelle, sulla piazza in tandem con Nichi — non si fa così, noi siamo arrivati prima, ha detto — di colpo non si sente più nulla. Un classico, con il comico genovese. Però quando richiami almeno risponde. Riprende il filo, imperturbabile e giulivo: «Ah, è caduta la linea». Riferito ai suoi candidati: «Allora, ci date una mano?». Voce calma e modi irriconoscibili. Però non tarda ad arrivare la mazzata inevitabile sui cronisti, «voi non capite. Mi fate le domande come se fossi il capo di un partito, invece... Perché non dite che i nostri rifiutano un milione e seicentomila euro di rimborsi elettorali? Non l’ha fatto nessuno». Quale contributo pensa di dare a Bologna? «Bologna? E’ la mia seconda città — s’allarga Grillo —. Come no, ho anche due figli a Rimini. Cosa fanno? I riminesi». Pausa e conclusione in stile pop, da par suo: «La saluto, signora. Sono stravolto. Devo fare l’aerosol».