Bologna, 22 novembre 2012 - IL CASO esplode dopo le 21,30, quando E’-tv ha finito di trasmettere venti minuti di spot elettorale per Matteo Renzi. Il video riporta le immagini della cavalcata lungo l’Italia del sindaco fiorentino, a bordo del suo camper. Ma appena finiscono di scorrere le immagini c’è chi storce il naso e fa notare che nel regolamento delle primarie è scritto esplicitamente che «ai fini della sobrietà della campagna elettorale e della riduzione dei costi della politica, è fatto divieto ai candidati e ai loro sostenitori di ricorrere a qualsiasi forma di pubblicità a pagamento, come, ad esempio, spot su radio, televisioni, giornali, internet, o affitto di spazi su cartelloni pubblicitari».
 

Il coordinatore cittadino dei comitati a sostegno di Pier Luigi Bersani, Davide Di Noi, va su tutte le furie: «Se dovesse risultare che il comitato Renzi ha acquistato uno spazio televisivo, sarebbe una cosa gravissima e una scorrettezza inaudita nei confronti degli altri candidati», scrive in una nota.

E poi precisa che «dal comitato Renzi attendiamo spiegazioni e agiremo di conseguenza. Del caso è stato già informato il comitato Bersani nazionale». La vicenda potrebbe quindi travalicare i confini bolognesi e arrivare al cuore del Pd.
Ma rimane una grande incognita da risolvere. Quello spot, per essere fuori norma, deve essere stato pagato. E qui diventa complicata la faccenda. Perché a comprare quei venti minuti di spot non è stato, formalmente, nessun comitato renziano. Ma una concessionaria pubblicitaria di Milano chiamata ‘Publishare’, con cui E’-tv ha un normale rapporto da anni.

A spiegare il funzionamento della trattativa è Giovanni Mazzoni, direttore del gruppo E’-tv: «Con Publishare si fanno tanti accordi a vario livello e ovviamente sono tutti di tipo commerciale (e quindi a pagamento; ndr). Mi hanno proposto la messa in onda di questo spot un po’ di tempo fa e io ho accettato. L’unica condizione era che fosse a carattere esclusivo».

La tv, è bene specificarlo, non deve rispondere certamente al regolamento che si è dato la coalizione di centro-sinistra. Si tratterà semmai di capire chi ha commissionato questo spot a Publishare e se la concessionaria è stata pagata per trovare lo spazio dove trasmettere il lungo filmato.

Ora Di Noi, a capo dei comitati pro-Bersani, vuole andare fino in fondo a questa faccenda: «Consideriamo alquanto strano che l’emittente locale abbia ospitato gratuitamente un video così lungo dedicato ad un solo candidato alle primarie del centrosinistra — scrive — Ci riserviamo di verificare al più presto quanto è avvenuto». Ma poi avanza anche un sospetto: «Trattandosi di Milano mi chiedo se non c’entri Giorgio Gori», spin doctor di Renzi ed ex dipendente di Mediaset.
Una vicenda tutta da chiarire, che esplode proprio nel giorno in cui il sindaco fiorentino è in visita a Bologna.

 

di Saverio Migliari