Bologna, 23 marzo 2013 - A due mesi dal referendum sul contributo comunale alle scuole dell'infanzia paritarie a gestione privata, si presenta il primo comitato per il 'no' a difesa dello stanziamento. "C'e' chi approfitta del fatto che la gente non ha le idee chiare", protesta l'economista Stefano Zamagni, primo firmatario del manifesto a favore del sistema integrato, sicuro che non sia tardi per contrastare le ragioni del si' all'abrogazione del contributo da un milione di euro versato da palazzo D'Accursio alle 27 scuole paritarie di Bologna. "Ci muoveremo in tutte le forme e andremo a spiegare le nostre ragioni ovunque ci chiameranno", assicura il professore, esponente del mondo cattolico, assicurando che il manifesto e' promosso trasversalmente da personalita' dalla provenienza politica piu' disparata: "E' una caso interessante di convergenza, aperto a tutti", annota Zamagni. Tra i firmatari del documento ci sono esponenti del Pd, come l'ex sindaco Walter Vitali, e l'ex parlamentare Salvatore Vassallo, il segretario della Cisl, Alessandro Alberani, l'amministrativista Luciano Vandelli, il presidente nazionale di Federcultura-Confcooperative, Lanfranco Massari, e l'ex pro-rettore dell'Alma Mater, Paola Monari.

Alla presentazione del manifesto anche numerosi esponenti dell'Udc, a partire dal segretario provinciale, Maria Cristina Marri, e la consigliera regionale Silvia Noe' .

Il coordinamento ("non siamo un comitato", precisa Zamagni) non si presenta come una sorta di 'braccio armato' dell'amministrazione contro il sì. D'altro canto c'è la certezza che a Palazzo D'Accursio si viva la consultazione con ansia. "Prendiamo atto delle dichiarazioni dell'amministrazione - afferma Zamagni - ma il sindaco e l'assessore alla Scuola non dormono la notte per la preoccupazione che la vittoria del si' porti ad un allungamento delle liste d'attesa".

Perché la tesi portante del manifesto è proprio questa: la cancellazione del contributo alle paritatarie a gestione privata rischia di peggiorare la situazione, contraendo l'offerta di scuola dell'infanzia per tutti. "Le scuole paritarie sono la terza gamba del sistema pubblico. Chi alimenta la contrapposizione tra pubblico e privato dice cose false", protesta Zamagni, che, sostenendo il diritto alla liberta' di scelta per tutti, smentisce anche il fato che l'articolo 33 della Costituzione escluderebbe la possibilita' di finanziare le scuole paritarie: "Senza oneri non significa senza esborsi, perché l'onore c'e' se c'e' una spesa e' superiore al vantaggio equi siamo al caso opposto. Quindi, in un momento di risorse statali calanti, se vogliamo difendere la democrazia e il diritto alla scuola pubblica, dobbiamo garantire il funzionamento delle paritarie. Dobbiamo uscire da schematismi ideologici che sono nemici del bene comune".

Gli argomenti a favore del contributo sono quelli noti: le paritarie garantiscono un posto a 1.736 bambini grazie al milione di euro versato dal Comune, somma che consentirebbe, se attribuita alle scuole comunali, secondo i sostenitori del 'no', di dare un posto solo a 145 bambini, mentre porterebbe al collasso il sistema delle paritarie private.

"L'abrogazione del contributo sarebbe contro una parte del sistema pubblico", avverte l'ex sindaco Vitali, il primo ad inaugurare a Bologna il modello integrato nel 1994, che sostiene, "ha portato ad una pubblicizzazione" di una parte del sistema scolastico cittadino. "Si vuole tornare ad una concezione di pubblico - contesta- che abbiamo superato da venti anni. Far crescere la macchina comunale è segno di modernita'? No, così si torna indietro".

Dunque, come dice l'ex presidente del Minghetti, Ivana Summa, "è una lotta tra le forze della conservazione e quelle dell'innovazione, che non sempre stanno a sinistra". Per Alberani si tratta di un problema operativo, non ideologico: "Il ritiro del contributo peggiorerebbe la situazione". E non si dica che i firmatari del manifesto sono contrari al referendum. "Non abbiamo mai detto no al referendum", assicura Zamagni, che, pero', lascia al Comune la responsabilita' di sciogliere il nodo del numero dei seggi a disposizione dei cittadini. "La nostra posizione e' a favore della massima partecipazione", conclude Paolo Ferratini, docente ed ex assessore alla Scuola.

(Fonte: Dire)