Guerra Regione-Corte dei Conti: nei nuovi avvisi c'è anche Bonaccini

L'accusa agli eletti in viale Aldo Moro è di spese irregolari e cattiva gestione dei fondi pubblici

Bologna, Stefano Bonaccini del Pd (Foto Imagoeconomica)

Bologna, Stefano Bonaccini del Pd (Foto Imagoeconomica)

Bologna, 17 luglio 2014 - Dalle parole ai fatti. Lo scontro tra la Regione Emilia-Romagna e la magistratura non si placa. Il nuovo capitolo e' di questi giorni, con un ricorso approvato lunedi' dalla Giunta Errani alla Corte costituzionale contro la Corte dei Conti. Tutto parte dagli inviti a dedurre notificati in questi giorni a diversi consiglieri regionali (tra cui anche il segretario regionale uscente del Pd e possibile candidato per la guida di viale Aldo Moro, Stefano Bonaccini) dalla Procura regionale della Corte dei Conti, relativi a spese del 2012 considerate irregolari.

La Regione pero' ritiene che questi inviti a dedurre "siano lesivi dell'autonomia del Consiglio regionale e, in particolare, delle attribuzioni regionali in materia di controllo dell'inerenza al mandato politico delle spese stesse". Per questo, la Giunta Errani ha deciso di "promuovere, a tutela dell'autonomia del Consiglio regionale, conflitto di attribuzione davanti alla Corte costituzionale in relazione ai citati inviti a dedurre, nonche' in relazione agli eventuali altri inviti in corso di notifica, di pari contenuto". L'atto e' firmato da Filomena Terzini, direttore generale del settore Affari istituzionali della Regione, condannata anche lei in appello, insieme al governatore Vasco Errani, per la vicenda Terremerse. Nella delibera, che nomina come difensori della Regione gli avvocati Luigi Manzi, Giandomenico Falcon e Franco Mastragostino, si fa riferimento alla recente sentenza della Corte costituzionale, che ha "annullato le deliberazioni della Sezione di controllo della Corte dei Conti per la Regione Emilia-Romagna inerenti i rendiconti dei gruppi consiliari per l'esercizio 2012, sul presupposto che il sindacato della Corte dei Conti e' di natura documentale, non potendo addentrarsi nel merito delle scelte discrezionali rimesse all'autonomia politica dei gruppi nei limiti del mandato istituzionale".

Nonostante questo, la Procura della Corte dei Conti ha deciso di andare avanti con gli inviti a dedurre e cosi' la Regione ha deciso di ingaggiare un nuovo braccio di ferro legale con la magistratura contabile. E a dar battaglia si prepara anche l'Assemblea legislativa. In una nota congiunta, i capigruppo in viale Aldo Moro fanno sapere che "anche in questa occasione verranno avviati gli approfondimenti necessari per verificare le ragioni degli interessati e dell'Assemblea legislativa, convinti che si tratti di voci di spesa giustificate, funzionali alla nostra attivita'". Gli inviti a dedurre, spiegano ancora i capigruppo, sono "l'ovvia evoluzione della precedente notifica" e i consiglieri regionali hanno 60 giorni di tempo per le controdeduzioni. Anche i capigruppo ricordano la sentenza della Corte costituzionale che ha annullato le precedenti delibere della Corte dei Conti sulle spese 2012 dei gruppi, "comprese quelle che gia' avevano contestato la natura delle spese sostenute in quell'anno". Proprio dopo il pronunciamento della Consulta, "l'Ufficio di Presidenza prese atto della regolarita' dei rendiconti 2012, stabilita anche dal parere di conformita' dell'allora Comitato dei revisori esterni".

(Dire)

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