Bologna, bando periferie. Congelati 18 milioni

L’ira del Comune contro il governo. E l’Anci valuta l’azione legale

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola (FotoSchicchi)

Il sindaco di Bologna, Virginio Merola (FotoSchicchi)

Bologna, 9 agosto 2018 - Altra doccia fredda per l’amministrazione Merola, che solo una dozzina di giorni fa aveva salutato i report esecutivi e il via ai cantieri nel 2019 per tutti i progetti contenuti nel Bando delle periferie del governo. Quei 18 milioni di euro però, causa un emendamento di due giorni fa al Decreto Milleproroghe del Governo, sarebbero congelati fino al 2020.

Un rischio elevato di stallo per Palazzo d’Accursio, che subito ha rimarcato per bocca del sindaco Virginio Merola come «lo stop ai finanziamenti sarebbe gravissimo se diventasse definitivo». La cautela del governo però prende le mosse da una recente sentenza della Corte Costituzionale, che ha dichiarato incostituzionale l’articolo della legge che nel 2016 ha istituito il mega Fondo sugli investimenti per le infrastrutture di 83 miliardi di euro. Due tranche, e dentro c’erano anche i 18 milioni di Bologna.

La Corte ha censurato, su ricorso della Regione Veneto, il mancato « coinvolgimento degli enti territoriali nell’adozione dell’atto che regola l’utilizzo del fondo». Storia di legislazione concorrente Stato-Regioni. E in attesa di una piena interpretazione della sentenza, alcuni fondi dovranno aspettare. Il Pd cittadino di ribella, però sulla posizione dei dem nasce un caso, perché la norma ‘incriminata’ è stata votata al Senato all’unanimità.

«Solo per quanto riguarda Bologna ci sono progetti per 18 milioni di euro messi in cantiere», attacca il sindaco Virginio Merola. Che teme un colpo di spugna su «progetti attesi dai cittadini e che ci permetteranno, tra gli altri, di realizzare una caserma dei Carabinieri al Pilastro e l’Archivio della Cineteca al parcheggio Giuriolo». Sono salvi invece, come comunicato dal sottosegretario all’Economia Laura Castelli (M5s), i circa 40 milioni destinati alla Città Metropolitana di Bologna. Sempre dai Cinquestelle, per la precisione dal senatore Marco Croatti, arrivano anche precisazioni sui fondi di Bologna: «Non verranno a mancare. È stata solo decisa una rimodulazione delle risorse».

Per Lucia Borgonzoni (Lega), «il Comune quando ha approvato i progetti sapeva di andare a sbattere, la sentenza è antecedente. Non sono stati tolti fondi comunque, sono slittati i tempi di consegna a causa di inefficienze legate alla scorsa legislatura targata Pd, che aveva usato un iter di finanziamento ritenuto illegittimo. Grazie a questa norma si potranno investire una parte degli avanzi di bilancio dei Comuni virtuosi».

L’Anci però, considerando che sono tantissimi, non soltanto a Bologna, i progetti ormai allo stadio esecutivo pronti per essere cantierati, sta valutando se intervenire dando battaglia in tribunale.

Si ribella il Pd: «Togliendo i fondi già promessi, si mortificano le periferie delle nostre città. Daremo battaglia alla Camera a settembre» assicura Andrea De Maria. L’assessore Matteo Lepore propone un mail bombing ai parlamentari di Lega e 5 Stelle, mentre Francesco Critelli invita i sindaci metropolitani a firmare una richiesta «per fermare questo atto gravissimo».

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