Bologna, 13 novembre 2024 – Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca, dopo gli scontri di sabato a Bologna è preoccupata dal clima d’odio nella sua città?
"Molto. Mi preoccupa la violenza. Chi è sceso in piazza voleva creare disordini, colpire. Non voleva difendere le proprie idee. Si è superato un limite, e l’aggressione alla polizia è il segno di questa deriva. Il clima d’odio c’è ed è alimentato da una piattaforma ideologizzata che mescola antisemitismo, antioccidentalismo e finto pacifismo. E su questo la sinistra non dice nulla".
Si è tornati a parlare di ‘camicie nere’ e ‘zecche rosse’, c’è il rischio escalation?
"L’escalation è in atto. Quando si parla di ‘rivolta sociale’ come fa il leader della Cgil Maurizio Landini o di olio di ricino come la segretaria Pd Elly Schlein. Alle violenze di sabato non si risponde con i verbali del Comitato ordine e sicurezza come fa il sindaco di Bologna Matteo Lepore, ma con una condanna netta. Va tracciato un confine chiaro tra chi è dentro e chi è fuori il perimetro democratico".
Stupita che si parli ancora di categorie in voga negli anni Settanta?
"Questa sinistra ha tradito il patto con l’Emilia-Romagna. Imprenditori, artigiani, professionisti sono stati abbandonati dalla sinistra. Il sistema produttivo di questa regione va avanti per meriti propri. La sinistra li ha traditi. Una sinistra che è sconnessa con i bisogni reali di chi manda avanti il Paese e che oggi usa l’Emilia Romagna come un manganello contro il governo per assenza di idee".
Lepore ha attaccato il governo ("300 camicie nere da Roma"), Meloni ha accusato il sindaco di avere "una doppia faccia". Questo scontro può avere effetti sulle Regionali?
"Guardi, più la sinistra urla al fascismo, più il centrodestra vince le elezioni. Bisogna avere rispetto per gli elettori, che sanno giudicare a prescindere dalla campagna elettorale. Noi stiamo ai fatti. Alle azioni che abbiamo messo in campo con il governo. Mentre la sinistra è solo contro. Protesta e mai proposta".
Viste le nuove minacce al sindaco Lepore sui muri del circolo Pd ’2 agosto’ lei, però, ha dato la sua solidarietà…
"Un atto vergognoso e intollerabile, l’ho detto subito. Ho espresso pubblicamente tutta la mia solidarietà al sindaco. Chi compie azioni del genere merita una condanna unanime da parte di tutti i partiti e le istituzioni, indipendentemente dall’appartenenza politica".
Lei è finita nel mirino dei collettivi bolognesi con la premier: si aspettava tale astio?
"Il tema non è personale. Le minacce non mi intimoriscono. Ma il clima che si è creato è pericoloso. Non vogliamo drammatizzare, ma stiamo attenti a sottovalutare. L’indifferenza con la quale la sinistra ha giudicato questi volantini compromette irrimediabilmente la cornice di valori nei quali si deve riconoscere una democrazia".
A sinistra molti addossano responsabilità al governo, dall’alluvione in avanti. Che cosa risponde?
"Il governo ha mandato negli anni a più riprese soldi per le alluvioni all’Emilia Romagna, che non li ha saputi spendere. Il cambiamento climatico esiste: a maggior ragione andava fatta manutenzione ordinaria e straordinaria, collegate ai fiumi le casse di espansione, puliti gli invasi. Il governo ha fatto e farà la sua parte, la Regione faccia la sua e si assuma le sue responsabilità".
Che cosa si aspetta, visto anche il rush finale di campagna elettorale così infuocato, dalle prossime Regionali?
"Andiamo avanti ancora più forti di prima. Abbiamo dalla nostra parte scelte precise a sostegno di giovani, delle famiglie, dei lavoratori ai quali vogliamo dare più soldi in busta paga. Noi non abbiamo fatto nessuna manifestazione contro. Altri le hanno invece avallate. La differenza tra noi e loro è questa. Siamo democratici due volte. Per noi e per loro, che non sanno neanche ammettere che in piazza sono scesi “compagni che sbagliano”".