
Lorenzo Pellegatti, sindaco di San Giovanni in Persiceto, ha deciso di uscire dall'Unione dei Comuni Terre d'Acqua
San Giovanni in Persiceto (Bologna), 19 aprile 2025 – L’Unione Terre d’Acqua perde il Comune capofila, San Giovanni in Persiceto. Una decisione avvallata nelle scorse ore dal consiglio comunale e che sarà effettiva a partire dal primo gennaio del prossimo anno. “La scelta di uscire dall’Unione è il logico epilogo di una situazione di ingovernabilità che il nostro gruppo denuncia dal 2017; quando sul nome del presidente da eleggere si palesarono le prime, evidenti, spaccature in seno alla maggioranza dei sindaci Pd – spiega Lorenzo Pellegatti, primo cittadino di San Giovanni espressione di una lista civica di centrodestra –. Scegliere oggi di recedere da questa Unione è una scelta di responsabilità innanzitutto verso i cittadini di Persiceto, che possono stare tranquilli perché non perderanno nessun servizio di cui oggi beneficiano. In sostanza, la storia dell’Unione di Terre d’Acqua è la storia di un amore mai nato per via di dissidi e disaccordi ben presto sorti tra i sindaci di maggioranza".
Il nodo servizi
A 14 anni dalla sua nascita, l’Unione oggi ha conferiti solo quattro servizi (di cui, tra l’altro, solo due ‘essenziali’): Ict - Siat servizio informatico; gestione del personale; ufficio di piano e centrale Unica di committenza. “Il Comune di Persiceto – continua Pellegatti –, nella figura del suo sindaco, ha provato a lavorare per il bene dell’Unione prima assumendo la delega al bilancio (2017-2021) e poi la presidenza (2021-2024) sulla base di un programma condiviso con gli altri sindaci. Ma ben presto è risultato evidente come i dissidi fossero insanabili”.
Pellegatti si riferisce al ritiro, avvenuto nel 2021, della funzione di polizia locale e Protezione civile ad opera dei Comuni di Sala e Anzola che, contestualmente, hanno avviato un contenzioso legale nei confronti della stessa Unione per il riparto dei proventi delle contravvenzioni. Contenzioso ancora in essere.

Lo scontro politico
"Due Comuni Pd dell’Unione che fanno causa all’Unione – sottolinea Pellegatti –. Questo contenzioso ha fatto sì che l’Unione oggi blocca a bilancio quasi due milioni e mezzo di euro; soldi dei cittadini in attesa dell’esito della causa. Soldi della collettività congelati per incapacità della politica di governare. L’Unione nel 2021 fu commissariata per la mancata approvazione del bilancio della giunta a guida Marco Martelli, che incassò il voto contrario dei sindaci di Sala e Anzola, sempre per la questione legata ai riparti delle contravvenzioni”. E Pellegatti aggiunge: “Dalla data di costituzione dell’Unione, i sindaci di centrosinistra hanno sempre avuto i numeri per governare. La realtà è che non ne sono stati capaci e oggi si dicono stupefatti dell’epilogo di una storia che hanno scritto loro stessi”.
Il centrosinistra non ci sta
"Nessun capolinea per l’Unione di Terre d’Acqua, avanti senza San Giovanni. Il problema non riguarda i sindaci del Pd”, sostengono infatti i primi cittadini di Calderara, Giampiero Falzone, di Crevalcore Marco Martelli, di Anzola, Paolo Iovino e di Sala, Emanuele Bassi che replicano a Pelegatti.
Il consiglio ha deliberato, con dieci voti favorevoli (Impegno Comune e Gruppo Lega Salvini premier) e quattro contrari (Idee in marcia per Persiceto e frazioni). “È bene chiarire – precisano Iovino e Bassi – che Sala e Anzola, per ragioni strettamente legate ai propri bilanci, hanno dovuto ricorrere al Tar per il mancato riconoscimento dei crediti derivanti dalle multe. E bisogna anche ricordare che, nel 2022, il commissario prefettizio dell’Unione aveva proposto un accordo transattivo per chiudere la questione dei crediti delle multe con il pieno accordo, formalizzato e agli atti, dei Comuni di Sala, Anzola, Crevalcore e Calderara. Mentre fu proprio Pellegatti a rifiutarlo”.
"Le condizioni per proseguire il cammino in Unione a sei c’erano – aggiungono tutti e quattro i sindaci all’unisono –. Ma Pellegatti ha voluto dare un segnale politico seguendo la sua maggioranza e non il confronto in Unione”. “Da questo punto di vista – afferma Martelli, anche come attuale presidente dell’Unione – siamo davanti a un grave sgarbo istituzionale senza possibilità di replica da parte di chi è stato tirato impropriamente in ballo in una sede comunale, con ricostruzioni di parte e senza possibilità alcuna di replica”.
Il futuro
“Guardando al futuro e in attesa di capire la scelta del Comune di Sant’Agata, che andrà in consiglio comunale il 28 aprile e ha tempo fino a 30 aprile per decidere se uscire dell’Unione, noi siamo convinti che l’Unione possa proseguire il suo percorso anche senza Persiceto. Possiamo cogliere questo nuovo assetto come opportunità di rilancio”, sostengo i primi cittadini. “Se l’Unione in forma ridotta, senza San Giovanni – precisa infine Falzone –, dovesse inizialmente sostenere maggiori costi, anche solo in termini di spese generali, questi maggiori costi, senza alcun dubbio, verranno addebitati al Comune che ha deliberato un recesso unilaterale, come espressamente previsto dall’articolo 12 della convenzione”. E sull’Unione i sindacati Cgil, Cisl e Uil avevano organizzato presidi in piazza del Popolo sotto al municipio di San Giovanni e partecipato a consigli dell’Unione a favore della sopravvivenza dell’ente.