Capasso e lo slogan anti-polizia, Lepore la blinda

Il sindaco: "Una gaffe trasformata da Salvini in macchina del fango". Tonelli (Lega): "Va allontanata, visione ideologica sulla sicurezza"

Matteo Lepore ed Erika Capasso

Matteo Lepore ed Erika Capasso

Bologna, 29 novembre 2021 - «Gli insulti social scatenati da un post di Salvini stanno trasformando una gaffe in una macchina del fango che non intendo tollerare". Il sindaco Matteo Lepore interviene nel pomeriggio, dopo che il post di sabato di Erika Capasso con lo slogan anti-polizia aveva scatenato la bufera. Il fotogramma con la scritta Acab (‘All cops are bastards’, tutti i poliziotti sono bastardi) di un video della manifestazione di ‘Nonunadimeno’, condiviso dalla delegata metropolitana del sindaco che coordina Quartieri e Terzo Settore, è diventato virale.

Capasso e lo slogan contro la polizia: "E' stata una leggerezza non vedere quella scritta"

A infiammare la polemica il leader leghista Matteo Salvini: "Non bastano le dimissioni, la denuncio". Gli ha fatto eco Gianni Tonelli, deputato del Carroccio e segretario generale aggiunto del Sap, il sindacato autonomo di polizia: "Non dev’essere lei a dimettersi, ma Lepore ad allontanarla", concetto espresso pure dal commissario della Lega in Emilia, Andrea Ostellari. Attacca anche il consigliere e portavoce della Lega in città, Giulio Venturi: "Dimissioni subito".

Il sindaco, però, non raccoglie e blinda la sua delegata: "Come lei stessa ha spiegato scusandosi, (il post) è frutto di un errore. Invito quindi tutti a girare pagina e non al contrario a strumentalizzare l’accaduto". Luigi Tosiani, segretario provinciale del Pd, prossimo leader regionale, la difende: "Ha commesso una distrazione, giusto scusarsi, ma la questione è risolta". Capasso su Facebook (tanti i like, dalla vicesindaca Emily Clancy a esponenti dem e della Cgil) spiega il suo punto di vista, sottolineando come sia stata presa di mira dai fan di Salvini: "Ricevo messaggi violenti e di insulti che si soffermano sul fatto che sarei una ‘squallida zecca’ una ’comunista’ (come poi fosse un’offesa) e una ‘scafista’. Non auguro a nessuno, neppure a chi m’insulta, di trovarsi in questa posizione", riferendosi alla ’Bestia’ salviniana. Per il resto, "il contenuto era organizzativo per la manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne – spiega –. L’ho condiviso nelle storie (di Instagram). Nel video si vede una scritta offensiva per le forze dell’ordine, a cui non ho prestato attenzione, erroneamente".

Insomma, "una leggerezza che nulla aveva a che fare con la volontà di attaccare le forze dell’ordine, alle quali ribadisco le mie scuse. Sono un’istituzione importante, meritevole di rispetto", corre ai ripari Capasso che spiega di aver subito cancellato il post, facendo intendere di averlo fatto prima degli attacchi. Tonelli, però, non molla: "Da poliziotto prendo sputazzi da 40 anni... Cio che è grave è la visione ideologica sulla sicurezza di Capasso, cartina di tornasole di ciò che pensa questa giunta". Da sinistra, Michele Bulgarelli, numero uno della Fiom bolognese, difende la delegata di Lepore: "Tieni botta, la macchina del fango che ti hanno montato contro li qualifica per quello che sono". A corredo, una vignetta di Zero Calcare coi valori in cui credere. Al quarto punto c’è "il rapporto accidentato con le forze dell’ordine". Bulgarelli la spiega così: "Non è il libretto rosso (di Mao, ndr ) ma in Zero Calcare troviamo la risposta a tutto".  

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