Casini canta 'Bella Ciao' con le Iene. "Questa canzone è di tutti gli italiani" / VIDEO

Il senatore al Salotto di Patrizia Finucci Gallo risponde alla Pausini. E scherza sul suo futuro dem: "La tessera del Pd? Mai dire mai..."

Bologna, 20 settembre 2022 - Un Pier Ferdinando Casini tra il serio e il faceto quello di ieri pomeriggio al Salotto di Patrizia Finucci Gallo (video). Inizia cantando ‘Bella Ciao’, prosegue con una battuta dicendo che non esclude di prendere la tessera Pd e lancia una profezia su Mario Draghi, dopo aver definito "instabile la destra": "Se il capo dello Stato lo chiamerà, risponderà come in passato", dice sibillino.

Pier Ferdinando Casini con Patrizia Finucci Gallo
Pier Ferdinando Casini con Patrizia Finucci Gallo

Un Casini in giacca blu (con toppe rosse) arriva poco prima dell’ora del tè all’hotel ’Il Guercino’ in Bolognina, accolto dall’inviato delle ’Iene’ che lo invita a cantare ’Bella Ciao’. Il senatore centrista, a differenza di Laura Pausini, non mostra alcun imbarazzo e subito intona la prima strofa: "Una mattina, mi son svegliato...".

Complice l’atmosfera rilassata del Salotto, tra biscottini griffati fatti da Alba, ospite fissa di quella che ormai è una tappa obbligata della politica locale (e non), Casini spiega: "‘Bella Ciao’, una canzone di sinistra? No, è una canzone di tutti gli italiani che amano l’Italia e che riconoscono nella Resistenza un dato fondativo della Repubblica italiana". In sintesi: "Il 25 aprile – continua il senatore – dovrebbe essere una festa che accomuna, non che divide. Anche perché la Resistenza la fecero comunisti, cattolici, azionisti, liberali". Da candidato del Pd al collegio uninominale del Senato, ribadisce un punto fermo ("se eletto, m’iscriverò al gruppo Pd") e lascia anche aperta la porta a un futuro nei dem. E a domanda: "Prenderà la tessera Pd?". La risposta è un sorriso: "Mai dire mai...".

Casini con l'inviato delle Iene
Casini con l'inviato delle Iene

Del resto, in questi giorni di campagna elettorale matta e disperatissima, sventola un foglio con tutte le date e gli appuntamenti scritti a penna: "Sono stato tante sere alla Festa dell’Unità e non posso lamentarmi dell’accoglienza. Avrei anche indossato i pantaloni rossi, ma forse sarebbe stato troppo...".

Non attacca quando gli viene chiesto di togliersi qualche sassolino dalle scarpe, dicendosi ormai "pacificato": "Ho avuto un solo choc. Mio figlio un giorno mi ha preso da parte e mi ha detto che tifa Lazio...". Solo piccole punzecchiature a Vittorio Sgarbi ("nel suo fumetto mi taglia la testa, ma non ce l’ho con lui") e al Terzo Polo ("vedo che Lombardo fa campagna elettorale con Sgarbi... "), poi non nasconde le resistenze iniziali dei militanti Pd alla sua candidatura. "Con qualcuno ho anche discusso. Ma la discussione non è l’anima della politica?", lascia in sospeso. E lancia l’amo alla coalizione che verrà: "L’esperienza di Stefano Bonaccini che governa anche coi moderati in regione insegna. Non si può contare solo sui voti di una ridotta di sinistra", la convinzione del senatore. Da qui, la ricetta per il rush finale della campagna elettorale: "Il centrosinistra può rimontare. Ma deve prendere voti a 360 gradi. Anche il sindaco Matteo Lepore, considerato uno degli astri nascenti della sinistra del Pd, ha preso voti andando oltre i dem". Incalzato sul congresso, Casini dribbla discussioni ("parlo da indipendente, non entro nella vita interna del Pd") e difende Enrico Letta: "Se avesse proposto l’accordo con i 5 Stelle quando Conte ha fatto cadere Draghi, l’avrebbero lapidato sulla pubblica piazza... Calenda? Non è stato Letta a rompere l’accordo". Un riferimento va anche a Prodi che ’accusa’ i dem di aver lasciato solo il segretario: "Beh, i leader soffrono sempre di solitudine. Da Adriano a Churchill", dice con amarezza.

Capitolo a parte, le alleanze del futuro, dove, in linea anche con Bonaccini, ammette che dopo il voto ci potrà essere un’interlocuzione col M5s, tant’è che salva il reddito di cittadinanza: "Va adeguato, ma non eliminato del tutto. Qui da noi non ha funzionato per i navigator", dice Casini che mette in cima all’agenda sociale la lotta alla povertà.

Infine, uno sguardo al passato e al futuro. Dalla componente Dc del Pd ("non ci sono solo io") ai leader di ieri e di oggi ("difficile confrontarli, sono figli di stagioni diverse, anche se nella classe dirigente del passato c’erano giganti"). Prima di lasciare il Guercino, una previsione su Draghi: "Ha detto no al bis, ma in alcuni casi dobbiamo fare ciò che ci tocca fare...".

 

 

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