Casini e l'obbligo di mascherina a Bologna: "Scelte impopolari, per il bene di tutti"

Il senatore e l’ordinanza del sindaco: "Non mi piace, ma la condivido". Sulla stretta del prefetto: "Chi vuole manifestare non deve paralizzare il centro"

Pier Ferdinando Casini, senatore bolognese

Pier Ferdinando Casini, senatore bolognese

Bologna, 26 novembre 2021 - L’idea di passare le feste di Natale passeggiando sotto i portici con la mascherina non piace a Pier Ferdinando Casini. "Beh, devo ammettere che mi dispiace molto non potermi godere le vacanze nella mia città libero dai vincoli imposti dalla mascherina", afferma il senatore. "Però – aggiunge subito, a scanso di equivoci – credo sia giusto che tutti, a partire da noi vaccinati, io per primo, facciamo qualche sacrificio in nome del bene collettivo. Che è la cosa più importante per tutti".

Senatore Casini, lei dunque approva le limitazioni introdotte da sindaco e prefetto? "Condivido appieno il combinato disposto dei due provvedimenti. Perché credo che sia arrivato il momento – rispettando tutti, salvaguardando anche le opinioni contrarie – che ciascuno si assuma le proprie responsabilità".

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L’ordinanza del sindaco Lepore sull’obbligo delle mascherine non piacerà a molti. "Non piace neanche a me. Ma la condivido. E apprezzo il coraggio di chi fa scelte che, di sicuro, danno fastidio a tanti. Ma ritengo che sia di gran lunga più importante che non ci ammaliamo".

Non trova che si potesse trovare una soluzione diversa, a minore impatto? "Mi pare evidente che decisioni impopolari oggi siano finalizzate a evitare di tornare a chiudere domani. Se vogliamo che le nostre città restino aperte, dobbiamo sacrificarci tutti. Dove così non è stato, se ne pagano ora le conseguenze".

A cosa si riferisce? "Ai tanti Paesi che, pur guidati e abitati da persone di responsabilità, nei mesi scorsi hanno allargato le maglie. E ora si trovano in grandissime difficoltà. Oggi l’Italia è considerata uno dei Paesi più tranquilli. Dobbiamo fare di tutto perché sia così anche nei prossimi mesi".

Esiste, anche a Bologna, una rete di negozi e attività che rifiutano di controllare i Green pass ai clienti. Cosa ne pensa? "Credo che siano giusti controlli di polizia e multe. I negozi sono luoghi dove va il pubblico, che bisogna rispettare. Un conto è casa tua. Un conto è un negozio aperto al pubblico. Non si può mettere a rischio la salute altrui. I cittadini che fanno sacrifici non devono pagare per il comportamento di persone irresponsabili".

Veniamo al divieto di manifestare in centro. Di fatto, si dice no ai cortei No vax nel cuore della città. Non mancheranno proteste. "Il diritto di manifestare non viene compresso. Ma, in coincidenza con le feste e gli acquisti di Natale, si vogliono evitare manifestazioni che, come è stato nelle scorse settimane, paralizzano il centro. Chi vuole manifestare può farlo, ma in luoghi dove non si causi il blocco della città. E, ancora una volta, si vuole salvaguardare la salute collettiva"

Che opinione ha dei No vax? "Ho sempre combattuto i movimenti che, anni fa, come i Cinque stelle, erano contro i vaccini. I vaccini hanno debellato malattie infettive causa di milioni di morti. Io sono per la scienza. E per i vaccini".

È d’accordo a limitare le attività per chi non è vaccinato? "A questo punto, chi non si vaccina pur potendo farlo, deve assumersi le proprie responsabilità. Se vado allo stadio, voglio avere la garanzia che chi siede di fianco a me è vaccinato. Chi non lo è, si veda la partita a casa".

Molti esprimono dubbi sul vaccino, non si fidano. "Tutta la nostra società è basata sulla fiducia. Vado in aereo e mi fido di chi l’ha progettato e del pilota, in treno mi fido del macchinista e del capotreno, in auto mi fido del meccanico e di chi mi ha cambiato le gomme. Possibile che gli unici di cui non avere fiducia siano gli scienziati?".

Farà la dose booster? "Appena scadono i cinque mesi dalla seconda dose la farò. Intanto, mi sono vaccinato anche contro l’influenza".

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