Commemorazione per Lorusso a Bologna: contestata la vicesindaca Clancy

Attimi di tensione in via Mascarella al ricordo dello studente ucciso nel 1977. Lei: “Capisco la rabbia, ma ricordare è un dovere delle istituzioni”. Lepore: “Non ci intimoriscono"

Emily Clancy contestata alla commemorazione per Francesco Lorusso

Emily Clancy contestata alla commemorazione per Francesco Lorusso

Bologna, 11 marzo 2023 - Polemica stamattina in via Mascarella alla celebrazione per il 46esimo anniversario della morte di Francesco Lorusso: diversi attivisti hanno contestato la vicesindaca Emily Clancy che aveva deciso di partecipare - con tanto di fascia tricolore - al ricordo dello studente ucciso durante i disordini in zona universitaria del 1977.

FOCUS / La manifestazione dell’anno scorso

La accuse a Clancy

L'esponente di Coalizione civica nella giunta Lepore è stata affrontata in due diversi momenti. "Abbiamo contestato Clancy - spiega Tiziano Loreti, ex segretario di Rifondazione comunista - perché ci pare che da parte del Comune di Bologna non ci sia mai stata un'autocritica rispetto alla decisione del marzo 1977 di contribuire alla repressione di quel movimento. Ci pare che presenza delle istituzioni e della Clancy sia più uno spot pubblicitario che un tentativo di ricucire una ferita che non si è mai rimarginata". Ma ci sono anche fatti più recenti alla base delle contestazione di oggi. Da parte di Clancy infatti "è mancata una presa di distanza", ricorda sempre Loreti, dopo le misure cautelari decise nelle scorse settimane nei confronti di diversi esponenti del Cua. "Siamo stanchi delle sfilate istituzionali e vorremmo più fatti". Proprio il Cua è tra le realtà che hanno partecipato alla commemorazione di Lorusso e farà anche un corteo nel pomeriggio.

E’ morto Giovanni Lorusso, fratello di Francesco

La replica della vicesindaca

"Penso sia un dovere delle istituzioni ricordare ciò che è successo, attraversare lo sdegno e la rabbia, rispondere alla richiesta dei suoi genitori Agostino e Virginia che desideravano che alla commemorazione fossero presenti rappresentanti del Comune e dell'Università", risponde a distanza Emily Clancy dopo la contestazione di piazza. "Ignorare i fatti - sottolinea la vice di Matteo Lepore - sarebbe l'ennesimo sfregio alla memoria della nostra città. E invece la memoria è un ingranaggio collettivo, non è proprietà di nessuno, bensì un dovere di tutte e tutti noi". Via social, Clancy ricorda di essere cresciuta a pochi passi dalla teca che copre i fori dei proiettili che hanno ucciso Lorusso, "e da quando sono bambina ho sempre portato un fiore davanti alla lapide l'11 marzo. Dall'anno scorso ho avuto la responsabilità e l'onore di farlo a nome del Comune di Bologna". "Negli anni - scrive ancora Clancy - tante compagne e compagni di Francesco Lorusso mi hanno raccontato tra le lacrime e la rabbia che cosa ha significato quel giorno, un tornante nella storia della loro vita e della nostra città. Una ferita indelebile, perché l'assassinio di Francesco Lorusso è un'azione impunita, le cui tracce sono ancora impresse sul muro di via Mascarella, nella teca che copre i fori dei proiettili che ne hanno stroncato per sempre la sua vita, il suo impegno, il suo sorriso. Ogni anno, per un giorno più di qualsiasi altro, per molte bolognesi che hanno vissuto quel periodo e non solo, la città è ancora lì, chiusa in quei cerchi di gesso attorno ai segni dei proiettili, testimoni della più profonda ingiustizia". Per questo "non mi impressiona ma comprendo la rabbia di chi ancora non si capacita di quello che è successo, come ha espresso una parte dei presenti alla commemorazione di questa mattina".

Lepore: “Non ci intimoriscono”

“Qualcuno questa mattina ha violentemente contestato e insultato la nostra vicesindaca – commenta il primo cittadino, Matteo Lepore – A queste persone dico semplicemente che non ci intimoriscono", scrive il primo cittadino sui social. "Ai familiari di Francesco e agli amici va invece tutta la nostra vicinanza e collaborazione. A Emily il mio sostegno e convinta solidarietà".

"L'11 marzo 1977 - ricorda il sindaco - veniva ucciso da un carabiniere uno studente di 25 anni, militante di Lotta Continua. Tre anni prima che io nascessi e quattordici prima della nascita di Emily. Non per questo o forse anche soprattutto per questo, per la giovinezza tradita, sentiamo tale data come importante da ricordare. In particolare oggi che indossiamo una fascia tricolore. E continueremo a farlo".

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