
Michele De Pascale al Salotto di Patrizia Finucci Gallo (foto Schicchi)
Bologna, 25 marzo 2025 – I travagli del Pd finiscono tra i temi di discussione dell’one man show di Michele de Pascale al Salotto di Patrizia Finucci Gallo all’hotel ’Il Guercino’. Qui tra un calice di prosecco e strette di mano, il governatore emiliano-romagnolo ha toccato tanti temi, dalla sanità alla manovra della Regione. Dall’alluvione al fine vita. Di divisioni dem nazionali e dei congressi locali ne parla, ma prendendo un po’ le distanze, facendo distinzione tra ruolo istituzionale e politico, attività “molto diverse che vanno svolte in maniera alternativa”.
“Spero si sia percepito che la mia attenzione è rivolta in maniera totalizzante all’attività amministrativa. Certo, sono iscritto al Pd, ma non penso di dovermi occupare di che cosa dice il mio partito e delle diverse posizioni interne. Appena mi sveglio alla mattina penso a che cosa deve fare la Regione Emilia-Romagna“, taglia corto de Pascale. Da qui, preferisce non partecipare al dibattito sul Congresso provinciale che verrà, dove al momento in campo ci sono la segretaria Pd di Bologna Federica Mazzoni (area progressista) pronta al bis, e il suo vice, Matteo Meogrossi (area riformista). Ma, come succede spesso nell’ex partitone, chissà che non ci siano colpi di scena e che magari, come ipotizzato dall’assessora regionale Irene Priolo sempre dal Salotto di Finucci Gallo, alla fine anche dai riformisti arriverà un altro nome al femminile (la capogruppo dem in Comune Giorgia De Giacomi?). De Pascale, però, preferisce non entrare troppo nelle beghe (tra correnti) dem.
Con una premessa, chiara: “Il Pd in Regione e sotto le Torri ha avuto risultati straordinari e ne ho beneficiato anche io“, dice riferendosi all’oltre 43 per cento dem in Emilia-Romagna alle ultime Regionali. Non manca, quindi, di sottolineare il buon operato del segretario dem in Emilia-Romagna, Luigi Tosiani, pronto a ricandidarsi dopo essere rimasto fuori dalla giunta de Pascale per un soffio. Incalzato sul Congresso locale, saluta la segretaria Mazzoni (“le faccio un grande in bocca al lupo, so che deve sottoporsi a un piccolo intervento“), poi ribadisce: “Non mi toglie il sonno e poi io non sono residente a Bologna...“, dice col sorriso. L’auspicio, insomma, resta quello di trovare una strada unitaria, per evitare un Congresso di scontro. “E’ un momento molto difficile, servirebbe la massima unità del partito. Questa dovrebbe essere la strada prioritaria, poi se non ci saranno le condizioni dovremo prenderne atto. Il Pd ha abituato tutti alle difficoltà. Di fronte alle critiche occorre confrontarsi ma anche lavorare insieme”, è l’invito. Poi ricorda la necessità a “stare nel merito” di difficoltà e criticità. Tra queste, “il rapporto tra i comuni capoluogo e il territorio”. Un tema, questo, sottolinea de Pascale, “che riguarda tutta la Regione”. Una questione rilevante, di cui “vale la pena discutere. E su questo il Congresso del Pd potrebbe darci una mano”, è la conclusione del governatore de Pascale. Parole che sono piaciute in platea, dov’erano presenti alcuni esponenti riformisti: dall’ex assessore Alberto Aitini alla consigliera Pd Giulia Bernagozzi fino al dem Davide Di Noi. Un argomento che, in effetti, terrà banco nelle prossime settimane. Del resto non è una novità - come ha detto anche Priolo - che il Pd bolognese abbia due anime: una bolognacentrica e un’altra metropolitana.