
Michele de Pascale e il ministro Matteo Salvini durante il summit di febbraio
Bologna, 21 aprile 2025 – Il dossier Passante potrebbe riaprirsi a breve. Uno degli ostacoli – l’incertezza sulla futura governance di Autostrade per l’Italia – è, infatti, stato superato. E, con la nomina del nuovo ad Arrigo Giana, forse, un’accelerazione potrebbe arrivare. Il nodo è sempre lo stesso: l’approvazione del Piano economico finanziario (Pef) di Aspi, fermo al ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini. Un Pef che, finché c’era l’ad di Autostrade Roberto Tomasi, era attorno ai 36 miliardi di euro e il Passante, in tandem con la Gronda di Genova, facevano la parte del leone.
Il nuovo corso potrà dare la spinta all’allargamento di autostrada e tangenziale? Regione e Comune – che da tempo sono in pressing affinché il governo dia il via libera al Pef e Aspi vada avanti coi cantieri, oltre l’ormai famoso ’lotto zero’ – si augurano un cambio di passo.
Il governatore Michele de Pascale, intanto, dà “massima collaborazione al nuovo ad di Autostrade per l’Italia per tutte le opere che interessano l’Emilia-Romagna, Passante in testa. Ma – spiega – per sbloccare il sistema Passante/A14/A13 serve innanzitutto chiarire la posizione del governo che continua a essere ambigua fra proseguire con realismo sul tracciato previsto e surreali riaperture del dibattito su tracciati alternativi”.
De Pascale, quindi, butta la palla nel campo dell’esecutivo, sottolineando che “serve un governo capace in Europa di sbloccare tutto il sistema delle concessioni autostradali che al momento è totalmente fermo. L’Ue non può opporsi sistematicamente a tutti gli strumenti che possono sbloccare gli investimenti in Italia e serve un governo che sappia farsi sentire”.
Un tema, quello delle concessioni, al centro del dibattito degli ultimi mesi a seguito dei costi del Passante triplicati a quasi 3 miliardi di euro. Per Aspi le concessioni scadono nel 2028. E la soluzione migliore per ’tamponare’ gli extracosti dell’infrastruttura sarebbe spalmarli su più anni. Ma per farlo – come ricorda anche de Pascale – ci vuole l’ok della Ue. Accanto ai problemi economici, però, quando si parla di Passante si aggiungono anche le questioni politiche. Da sinistra il timore è che il ministro Salvini, di fronte alla necessità di dover fare delle scelte tra le opere strategiche (visti anche i fondi da destinare al Ponte sullo Stretto), prediliga la Gronda di Genova rispetto al Passante, visto che la Liguria è guidata dal centrodestra e l’Emilia-Romagna dal centrosinistra.
Da qui, de Pascale lancia un avvertimento: “Per essere chiari, come Emilia-Romagna non accetteremo mai di venire sacrificati sull’altare della Gronda di Genova...”. Parole simili arrivano da Palazzo d’Accursio che, giorni fa, dopo la morte dell’operaio Francesco D’Alò in tangenziale, ha inviato una diffida al ministero, mettendo in copia Regione e Aspi, chiedendo subito un incontro a Salvini per dare il via allo sblocco dei lavori, sottolineando anche il tema della sicurezza.
“L’auspicio è che con il nuovo ad Giana – dice Michele Campaniello, assessore alla Nuova Mobilità – si dia il via ai cantieri. Dal ministero non possiamo più assistere a balletti: siamo pronti a tutto per portare avanti l’opera. Ci auguriamo, quindi, che Salvini ci risponda e ci convochi per un summit”. Per Campaniello, poi, è “assurdo pianificare dispendi di risorse per il Ponte sullo Stretto che non si farà mai, lasciando ferma un’opera come il Passante su cui abbiamo già trovato l’accordo tra tutti gli enti”.