Elezioni Bologna 2021: scintille al confronto tra i candidati del Carlino

Tutto esaurito al Teatro Celebrazioni per il dibattito organizzato dal nostro giornale a poche ore dalla chiusura della campagna elettorale. Rivivi qui la diretta video

I sette candidati sul palco del teatro delle Celebrazioni

I sette candidati sul palco del teatro delle Celebrazioni

Bologna, 30 settembre 2021 - "Il 3 e 4 ottobre sarà un momento storico”. Mancano meno di 48 ore alle elezioni comunali e Matteo Lepore, candidato sindaco del centrosinistra, si guarda indietro: in questi mesi di campagna elettorale, confessa, “mi è dispiaciuto che molti abbiano detto che c’è già un vincitore”. L’importante sarà la partecipazione dei cittadini e il punto, ricorda Lepore, resta uno solo: “Con il voto possiamo scegliere e guardare al futuro”.

FOCUS / Scontro su droga e tasse al confronto tra i candidati del Carlino

Le pagelle di Carla Gozzi sul look dei candidati

E' stato un successo l’ultimo confronto tra i candidati sindaco (rivivi qui la diretta) tra i candidati sindaco prima del silenzio elettorale (foto), organizzato dal Carlino al Teatro delle Celebrazioni (video): l'evento è stato introdotto dal direttore di QN e il Resto del Carlino, Michele Brambilla. Sette scottanti domande, con risposte da un minuto ciascuna, sono state rivolte ai candidati da Valerio Baroncini, responsabile della Cronaca di Bologna del nostro giornale. Dalle tasse per passare al referendum sulla cannabis fino gli affitti: assieme a Lepore, si sono confrontati sul futuro della città Fabio Battistini (centrodestra), Stefano Sermenghi (Bfc e Italexit), Marta Collot (Potere al Popolo), Dora Palumbo (Sinistra Unita), Federico Bacchiocchi (Partito comunista del lavoratori) e Luca Labanti (Movimento 24 agosto). E non sono mancati momenti di scontro e qualche frecciatina.

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La prima domanda: la delibera

Quale sarà la prima delibera di giunta che, se eletto sindaco, le piacerebbe vedere approvata?

Per Bacchiocchi (Pcl) non ci sono dubbi: l’abolizione di tutti i contratti precari nella pubblica amministrazione ha la priorità. Netta anche Collot: “Va messo un freno al lavoro sottopagato”, sottolinea, e soprattutto “dopo quasi 2 anni di crisi pandemica il primo punto sarà il non ritorno alla gestione precedente”. Più vaghi nella risposta Battistini, del centro destra, e Labanti, del Movimento 24 agosto, mentre Lepore (centrosinistra) rimarca l’importanza dei portici, patrimonio Unesco, e dell’approvazione del bilancio, “che sarà il nostro manifesto per i prossimi anni”. Ribatte con due delibere su ambiente e lavoro Palumbo, mentre Sermenghi rimanga l’importanza della pulizia della città.

La seconda domanda: tasse

Tasse qual è la sua ricetta? Giusto introdurre più o nuove tasse nei confronti di chi ha redditi alti? E il suo reddito, e le chiediamo se vuole renderlo noto visto che in caso di elezione sarà pubblico, è tassato in maniera giusta secondo lei?

“Si possono abbassare le tasse”, insiste Battistini, che non risponde sul reddito. Distante, invece, Collot: “Siamo per la redistribuzione della ricchezza”. E ammette: “Siamo giovani precari, reddito praticamente zero”. Per Bacchiocchi “deve pagare chi ha risorse e chi anche nella crisi ha realizzato utili stratosferici”, e dichiara un reddito di “circa 50mila euro all’anno”. Va dritto al punto anche Labanti: “Parto dal reddito - sottolinea - : tra i 35 e i 40mila euro”. E aggiunge: “Non farò mai promesse irrealizzabili e slogan: ritengo improponibile una riduzione della tassazione. Ritengo più realizzabili aiuti concreti per chi sta affrontando difficoltà dopo la pandemia”. Lepore ripercorre quanto fatto dal Comune negli ultimi anni e dichiara un reddito 74mila euro, “pubblicato sul sito del Comune essendo assessore”, chiarisce. Palumbo dichiara un reddito sui 45mila euro, “anche perché lavoro”, sottolinea, mentre Sermenghi “140/150 all’anno, a seconda di come vanno le cose. E infatti mi fa dire ‘ma chi te lo fa fare di fare il sindaco?".

La terza domanda: il commercio

La domanda dei commercianti: Nel dibattito elettorale delle ultime settimane è emerso a più riprese il tema dell’importanza della rete commerciale, di servizio e artigianale di prossimità quale vero e proprio collante del tessuto urbano cittadino. Quali strategie e politiche pubbliche intenderete mettere in campo nel prossimo mandato e quante risorse saranno stanziate per sostenere concretamente la tenuta e lo sviluppo delle attività economiche di prossimità?

Per Collot “è importante rimettere al centro le periferie, il territorio, ma anche la qualità del lavoro, per chi lavora anche nelle piccole attività”. Perplesso Labanti: ’L’impegno sarà che in tutte le zone di Bologna ci sarà lo stesso impegno e la stessa attenzione”. Mentre sul turismo “non so se abbiamo le strutture idonee per quando riprenderà”. A rispondergli Lepore: “Bologna è vicina al mondo del commercio e farà un fondo per i commercianti”. Palumbo propone di creare servizi per le imprese, mentre Sermenghi sottolinea che “bisogna migliorare gli uffici del Comune, che non mi risulta siano comodi” e “aiutare chi ha bisogno con la riduzione delle tasse”. “Bisogna andare incontro al piccolo esercente e alla piccola attività, mentre combattere i giganti, per cui ci deve essere una regolamentazione diversa”, dichiara Bacchiocchi. Battistini continua a insistere sulle tasse: “Abbassarle è possibile”.

La quarta domanda: la cannabis

Cannabis, si parla del referendum per la legalizzazione e di recente il tema dello spaccio è stato al centro del dibattito. Andiamo a fondo: cosa ne pensate? Avete firmato, si o no e perché?  Avete mai fatto uso di droghe?  Se sì, quali?

Collot e Biacchiocchi sono gli unici ad ammettere di avere fatto uso di cannabis, Lepore invece non si sbilancia. “Non ho mai fatto uso di droghe, non firmerò per il referendum, ma tutti sono liberi di fare, siamo in una democrazia”, mette invece in chiaro Labanti, mentre Lepore risponde a Battistini sull’avanzo di bilancio ma non - appunto - sull’uso personale di cannabis. “Le dipendenze sono una grande questione su cui non fare umorismo“, aggiunge. Palumbo tenta la battuta: “Penso che Lepore faccia uso di stupefacenti visto che non l’ha voluto dire”. E poi assicura di non farne uso e sottolinea l’importanza della legalizzazione delle droghe leggere per “togliere gli spacciatori dalle strade”. Il referendum è sbagliato per Sermenghi, che dichiara di non aver mai fumato nemmeno una sigaretta. “Credo - dichiara Sermenghi - che anche liberalizzando le droghe leggere non si risolverebbe il problema della malavita”. Opinione opposta quella di Bacchiocchi e Collot, che ammettono di aver fatto uso di cannabis, mentre Battistini scherza: “Ho fatto uso di Lambrusco”.

La quinta domanda: la paura

La domanda dei ragazzi del liceo Malpighi: Come in una città sempre più complessa (per società, economia e sfide) il futuro sindaco riuscirà a far sì che Bologna sia una città che non faccia paura?

Non tentenna a rispondere Lepore: “Ci si può vergognare di tante cose ma credo che di una cosa l’Italia si debba vergognare: di lasciar morire i giovani migranti in mare”. Palumbo crede che sia necessario “valorizzare la città” per far sì che non faccia paura e sottolinea l’importanza di politiche giovanili. “La sensazione è che questa città faccia paura”. evidenzia Sermenghi. E continua: “Abbiamo delle zone della città dove alle 17 non ci si può più girare perché la gente ha paura”. Bacchiocchi propone di “moltiplicare luoghi di partecipazione”, mentre Labanti sottolinea l’importanza dell’aggregazione sociale. Battistini sottolinea,“oltre al problema di degrado, quello di solitudine”. E Collot alza la voce: Bologna può non fare più paura “senza il partito democratico e tutti i suoi scagnozzi”.

La sesta domanda: gli alloggi per studenti

La domanda degli studenti universitari: Alcuni di noi studenti si sono trovati a cercare un alloggio. La ricerca è spesso difficile, le disponibilità sono poche rispetto alla domanda. Considerato che la città fonda il suo prestigio sulla notorietà dei suoi corsi di studio, è nei vostri piani stabilire norme o regole che rendano più agevoli gli affitti a Bologna o magari creare nuovi spazi e strutture dedicate dando la possibilità a più studenti di frequentare i corsi di studio Unibo?

“Quello degli alloggi è un problema non solo per gli studenti, ma anche per i lavoratori”, sottolinea Palumbo. Gli studentati, aggiunge, “sono sempre per ricchi”. Anche secondo Bacchiocchi è necessario “intervenire per calmierare gli affitti e ampliare l’offerta di studentati pubblici”. Sermenghi sottolinea invece che questo problema “testimonia come questa città negli ultimi anni non sia stata governata”. A Bologna, dice, “bisogna fare case nuove per chi ne ha bisogno”. Battistini sottolinea come il tema vada affrontato direttamente con l’Università, mentre Collot parla da ex studentessa e attacca ancora il Pd: “In questa città ci si ricorda degli studenti solo quando fa comodo”. Labanti ringrazia il Carlino per la domanda: “Il problema mi sta a cuore e va risolto”. E Lepore torna ancora una volta su quanto già fatto dal Comune.

L'ultima domanda: cosa ha dato fastidio

Qual è la cosa che in campagna elettorale è stata detta su di lei che più le ha dato fastidio? Oppure, non la disturba il fatto che nessuno abbia parlato di lei?

“Non mi ha dato fastidio nulla - dichiara Sermenghi -, se non il silenzio assordante che in alcuni momenti abbiamo dovuto rimarcare, perché ci è sembrato che ci fosse una regia che ha voluto tenere queste elezioni sotto traccia”. “Sul problema dell’oscurantismo mediatico non mi dilungo”, sottolinea Collot. Mentre Bacchiocchi non si nasconde e confessa: “Vorrei fare una battuta - dice -: sono stato accusato di non aver letto Lenin, quando lo leggo da 16 anni”. Anche Labanti ammette: “Su di me non ho sentito niente, ma mi è dispiaciuto non poter parlare più ampiamente di idee e progetti”. Palumbo confessa: “Il problema che ho notato che sembra che io politicamente sia nata oggi”, “io sui giornali non sono mai apparsa”. Per Lepore “credo sia stato un confronto civile”, mentre “mi è dispiaciuto che molti abbiano detto che questa campagna elettorale non ha senso perché c’è già un vincitore”. L’appuntamento del 3 e 4 ottobre, conclude, è “una scelta vera e tutti hanno il diritto di partecipare”.

L'appello al voto

Bacchiocchi propone di “allargare lo sguardo a tutte le classi lavoratrici”, mentre Battistini promette l’analisi del presente e di essere un sindaco progressista: "Proiezioni mi dicono che il 70% andrà a votare: il ballottaggio è ad un tiro". Si guarda indietro Collot: dopo 2 anni di pandemia, dice, “nessuno in questa campagna ha tirato fuori il problema della sanità pubblica”. E attacca ancora il Pd: “Nella politica ancora si continua a fare come se niente fosse”. “Mi piacerebbe che tornassimo indietro di una ventina d’anni”, confessa invece Labanti, che chiede “di non votare solo di cuore, ma anche di testa: andando a vedere quello che ciascuno di noi ha scritto e proposto”. Anche Lepore si rivolge ai cittadini: “Il 3 e 4 ottobre sarà un momento storico. Incontrando i bolognesi mi sono accorto che Bologna è una città forte. Con il voto possiamo scegliere e guardare al futuro”. “Vogliamo portare in consiglio comunale un’opposizione di sinistra”, ricorda invece Palumbo. E Sermenghi conclude: “Pensiamo che Bologna debba tornare il modello di cui tutti siamo stati orgogliosi per anni. Bologna va amata e ha bisogno di un sindaco coraggioso”.

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