Elezioni 25 settembre 2022, lo sprint dei partiti sul toto-candidature

New entry, veterani ed ex sindaci: in ballo 12 posti per i bolognesi anziché 18. Bugani a un passo dall’addio al M5s

Elezioni 25 settembre 2022, parte il toto-candidature

Elezioni 25 settembre 2022, parte il toto-candidature

Bologna, 22 luglio 2022 - "Evidentemente la differenza che si è creata in questi giorni in modo così evidente con l’M5s lascia un segno e credo che difficilmente sarà ricomposto, molto francamente". Queste parole di ieri sera di Enrico Letta, segretario nazionale del Pd, non lasciano margini di interpretazione: il campo largo che teneva dentro il Pd con i Cinque Stelle è bello che archiviato, con riflessi immediati sulle coalizioni che andranno al voto il 25 settembre.

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Il centrosinistra, con un Pd sicuramente in versione croupier , dovrà dialogare verso il centro, non scordandosi dell’anima ‘coraggiosa’ alla sua sinistra. Il centrodestra andrà invece compatto come sempre, con i galloni da favorito. A Bologna i pesi massimi sono pronti a tornare in campo, questa la situazione più o meno a un mese (le liste, votando il 25 settembre, dovranno essere consegnate entro il 22 agosto) dalle urne anticipate.

Centrosinistra

Bologna e l’Emilia-Romagna in generale possono assicurare al centrosinistra una buona quota di collegi sicuri. Gli spazi calano da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato (gli elettivi) quindi per accaparrarsi il posto nei collegi uninominali (3 che afferiscono al territorio bolognese, uno in meno rispetto al 2018) sarà bagarre. Andrea De Maria e l’ex sindaco Virginio Merola partirebbero con buon possibilità di candidatura, in virtù dell’accordo stipulato con il sindaco Matteo Lepore in tempi di elezioni comunali.

Con loro due, hanno possibilità in chiave dem sicuramente gli uscenti Francesco Critelli (la ‘svolta’ riformista della coalizione potrebbe incidere) e Luca Rizzo Nervo. La speranza per il centrosinistra sarebbe quella di eleggere 7 parlamentari, considerando le stime la truppa degli eletti a Bologna da 18 unità (complessive, considerando anche il centrodestra) dovrebbe calare a 12. Il centrosinistra potrebbe capovolgere il trend nazionale facendo leva, appunto, sui collegi sicuri, e uno di questo potrebbe andare a Elly Schlein (Coraggiosa), vicepresidente della Regione Emilia-Romagna e nome forte a livello nazionale.

Difficile vedere ora altri ingressi di alleati negli uninominali (Azione?), ma resta la possibilità (capitò anche nel 2018, da Fassino alla Lorenzin fino alla Bellanova e alla Cantone) che in regione vengano paracadutati alcuni big nazionali. Letta ha detto che ascolterà i territori, i tempi strettissimi per i vari ragionamenti fanno però pensare che più di qualcosa si deciderà a Roma. I nomi anche per i plurinominali e per il Senato restano quelli on fire nelle ultime settimane: Daniele Manca, Sandra Zampa, Valentina Cuppi, Vasco Errani (Leu). Tra gli outsider spunta Simona Lembi e resta viva l’eventuale candidatura di Filippo Andreatta, mentre sul piano locale parrebbe imminente l’annuncio di un’uscita dai Cinque Stelle di Massimo Bugani, assessore a Palazzo d’Accursio. Coerentemente con il suo percorso, secondo i rumors Bugani potrebbe comunicare il passo tra oggi e domani. Ieri fonti vicine al sindaco Matteo Lepore lo hanno difeso dalle richieste di dimissioni di Italia Viva e Più Europa. "Bugani lavora bene, e il progetto progressista di Bologna poggia su fondamenta solide", la risposta. Resta un punto di domanda sulla sardina Mattia Santori, fluide le situazioni di Italia Viva e di Azione, che potrebbe puntare su Marco Lombardo e su Mara Mucci.

Centrodestra

Potenzialmente meno intricata la situazione nel centrodestra, che comunque proverà a strappare qui dei seggi (5? 6?) pur sapendo che a Bologna e in Regione la partita sarà diversa rispetto al resto d’Italia. Forti le possibilità di ricandidatura dei tre volti principali della coalizione a Bologna: la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, il deputato di Fratelli d’Italia Galeazzo Bignami, la sottosegretaria alla Cultura della Lega, la senatrice Lucia Borgonzoni. Tutti e tre saranno in pista. Spingono tra gli uscenti Enrico Aimi (Forza Italia) e Gianni Tonelli (Lega), che sperano in una ricandidatura. In chiave Lega scalpitano anche Carlo Piastra e Benedetta Fiorini (eletta nel 2018 nel Modenese), ma bisognerà capire il risiko dei collegi anche fuori regione, soprattutto per i plurinominali su quota proporzionale. Su Bologna e in Regione potrebbero avere molti posti i rappresentanti di Fratelli d’Italia: i nomi caldi sono i parlamentari uscenti Foti, Vinci, Lucaselli, Balboni. Dal consiglio regionale potrebbe arrivare il coordinatore Michele Barcaiuolo in uno degli uninominali che comprendono anche il territorio bolognese.

 

 

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