Elezioni comunali 2021, Paruolo: "Non c’è unità nel Pd, serve un nome terzo"

Il dem: "No a forzature. Lepore, come gli altri, si dica disponibile a un passo indietro, in caso di primarie voto Aitini"

Giuseppe Paruolo, bolognese, classe 1962, è consigliere regionale

Giuseppe Paruolo, bolognese, classe 1962, è consigliere regionale

Bologna, 15 febbraio 2021 - "Prendiamone atto: le candidature Pd finora in campo non possono essere considerate unitarie. Non resta che pensare a nomi terzi". L’appello è di Giuseppe Paruolo, consigliere regionale dem, e determinato a evitare una spaccatura interna al partito.

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Rizzo Nervo dice che la politica deve prevalere sull’algebra. E dice no a conte in assemblea. Lei che cosa ne pensa? "Che ha ragione. Peccato che il sottotesto sia: troviamo il candidato unitario purché sia Matteo Lepore".

Non crede sia unitario? "No. Come non sono unitari altri nomi in campo ufficialmente o ufficiosamente ".

Ora della fine del mese, quando ci sarà la Direzione, magari si trova un accordo... "Finché ragioniamo di nomi ascrivibili alle principali correnti del Pd sarà molto difficile che si trovi una convergenza. Del resto, se il rappresentante di ogni filiera pretende di essere il nome unitario, finisce in un dialogo tra sordi. E il rischio è che non venga premiato il merito".

Insomma, ci vuole un Draghi pure qui, sotto le Due Torri? "Non c’è neppure bisogno di un profilo internazionale di caratura draghiana. E non dev’essere necessariamente esterno al Pd. Basta badare al merito e che sia super partes ".

Il nome terzo di cui parla potrebbe essere una donna? "Certo potrebbe. Ma il discorso è più ampio. Ma attenzione anche a non ragionare di personalità femminili in quanto legate a questo o quel capo o al tale padre nobile, come si è sostanzialmente fatto finora: se ci si allontanasse da questa logica e si premiasse il merito, sono certo che le donne sarebbero molte di più e migliori di quelle premiate finora".

Propone la stessa logica a Bologna? "Mi pare che – pur di trovare l’unità – tutti si siano detti pronti a fare un passo indietro, fuorché Lepore".

L’assessore alla Cultura pare il più determinato... "Anche per lui sarebbe un errore cercare di imporsi con ogni mezzo: se si faranno forzature in questa fase andremmo al voto con troppi maldipancia, e così alle elezioni il Pd rischia".

Un Pd al 40% può perdere? "Ricordiamoci della storia, della sconfitta della Bartolini, e anche della convergenza “pilotata” di tanti su Delbono".

L’alternativa è votare un candidato in assemblea. "Il voto è possibile. E perfino auspicabile. Ma se si arrivasse a votare un nome terzo. Altrimenti siamo da capo. E la politica non prevarrebbe sull’algebra".

Se le correnti non l’ascolteranno, la probabile sfida alle primarie potrebbe essere tra Lepore e Aitini.... "Certo, in quel caso, io voterei per Aitini. E attenzione: non voto l’assessore alla Sicurezza perché sono storicamente nella corrente a lui più vicina...".

Sì o no alle primarie web? "Se si vota a giugno, mi pare che comunque i tempi siano stretti. In caso di elezioni in autunno, invece, sarebbe più facile. Ma, visto il nostro elettorato anziano, si dovrà pensare a una modalità mista tra gazebo fisici e in remoto. Sebbene, ripeto, non sia la soluzione ottimale optare per le primarie".

Con la sentenza del Tar sulla ’Colata’ di Idice si è tornati a parlare del rapporto tra coop e politica. Che cosa ne pensa? "Sogno una politica che sappia rapportarsi con l’economia in modo non subalterno, e dai curricula dei candidati non tutti hanno le carte in regola per essere in grado di farlo".  

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