Elezioni regionali Emilia Romagna, rebus sulla data del voto

Crisi di Governo, se in autunno si vota per le Politiche, sicuro l'Election Day. Ma il Pd non vorrebbe

Stefano Bonaccini

Stefano Bonaccini

Bologna, 10 agosto 2019 - L'implosione del governo gialloverde rischia di avere effetti anche sulla data del voto in Emilia Romagna. Creando un problema in più a Stefano Bonaccini, il governatore uscente alle prese con una complicata riconferma di fronte all’assalto della Lega. Se, infatti, si tornerà a votare per le Politiche già in autunno, sarebbe quasi impossibile evitare un 'Election day' che accorpasse entrambe le elezioni. Perché questo accada, la prima data utile è quella del 27 ottobre. Questo è lo scenario meno gradito a Bonaccini, che preferirebbe invece far slittare l’appuntamento elettorale locale a inizio 2020, sganciandolo del tutto da quello nazionale in cui il ministro dell’interno e segretario leghista Matteo Salvini punta a raggiungere un risultato storico sulle ali di sondaggi che sfiorano il 40%. Si vedrà. Anche perché la situazione a Roma è in continuo mutamento. A Bologna, invece, c’è qualche certezza in più.    Da mesi, Bonaccini ribadisce che la scelta verrà presa d’intesa con il presidente della Corte d’Appello. "Nel pieno rispetto delle norme che regolano la materia", come ha precisato l’altro ieri la Regione di fronte alle indiscrezioni sull’ipotesi del 26 gennaio, l’ultima data utile. In quella direzione, però, spinge più di un indizio. Il primo è il via libera al bilancio 2019 che dovrà arrivare entro il 31 dicembre. Se si votasse prima, l’Emilia Romagna andrebbe in esercizio provvisorio, un po’ la stessa situazione che rischia di vivere il Paese. Ma ci sono anche ragioni politiche. La Finanziaria lacrime e sangue che si preannuncia all’orizzonte, con l’aumento dell’Iva sempre più probabile, potrebbe cominciare a scalfire il consenso della Lega. Inoltre, il segretario del Pd Nicola Zingaretti punta così tanto sull’Emilia Romagna, da aver fissato proprio a Bologna dall’8 al 10 novembre la ‘Costituente delle Idee’, una sorta di convention nazionale del partito.  Insomma, il percorso sembrerebbe tracciato, ma la crisi di governo potrebbe cambiare tutto: in caso di possibile accorpamento dei due appuntamenti, sarebbe praticamente impossibile evitare l’Election Day, anche per una questioni di costi elettorali. La prima domenica utile è quella del 27 ottobre, il giorno dopo l’apertura della finestra per la convocazione delle elezioni regionali. In quella direzione spingerà la candidata leghista, Lucia Borgonzoni, che ha già chiesto a Bonaccini di rispettare la scadenza dei cinque anni e non scavallare al 2020.    Anche perché l’accelerazione costringerebbe il governatore ad affrettare i tempi per la costruzione della larga coalizione che ha in mente, di cui faranno parte molto probabilmente i Verdi e l’ex grillino Federico Pizzarotti. Restano ancora due nodi fondamentali da sciogliere: la composizione della lista che porterà il nome del presidente e l’accordo con le realtà a sinistra del Pd, un accordo ancora tutto da costruire.

AGGIORNAMENTO Si vota il 26 gennaio 2020

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