GIOVANNI DI CAPRIO
Politica

Firme contro Città 30, FdI: “Misura ideologica, va fermata”

Il capogruppo alla Camera Bignami ieri al gazebo per il referendum: “Lesi i diritti dei cittadini”

Bologna, 19 gennaio 2025 – Conto alla rovescia verso la fine della raccolta firme per il referendum consultivo contro la Città 30. In piazza Galvani, Fratelli d’Italia ha proseguito ieri con l’iniziativa ‘No Bologna 30’, l’obiettivo sono le novemila sottoscrizioni che servono per ottenere la consultazione e c’è tempo fino a sabato prossimo per raggiungerle. Il fine, dunque, resta quello di chiedere ai cittadini il proprio pensiero sui limiti di velocità ridotti a 30 chilometri all’ora in gran parte della città decisi dalla giunta Lepore.

Fabio Brinati, Marco Lisei, Galeazzo Bignami e Stefano Cavedagna di FdI
Fabio Brinati, Marco Lisei, Galeazzo Bignami e Stefano Cavedagna di FdI

Durante il rush finale di FdI, sotto al gazebo in centro storico, è presente buona parte dello stato maggiore dei meloniani bolognesi: dal capogruppo alla Camera Galeazzo Bignami al senatore Marco Lisei e all’eurodeputato Stefano Cavedagna, insieme con gli altri consiglieri comunali e di Quartiere.

“’Città 30’ si conferma ancora una volta una misura ideologica – afferma Bignami –, non applicata, utile a qualcuno per giustificare una cantierizzazione esasperata che impedisce a chiunque di circolare lungo la città, basta girare per Bologna per notarlo. Crediamo sia necessario ripensare il provvedimento, anche perché vi è una lesione del diritto di mobilità, rappresentata dal fatto che le persone non possono più guidare con una certa libertà”.

Secondo Stefano Cavedagna, europarlamentare, i dati di Lepore “sono parziali e travisabili. Non è ’Città 30’ che cambia le cose – racconta –. Assieme ai nostri consiglieri comunali stiamo preparando un’analisi dove si dimostra che i dati di morti e feriti per scontri stradali, dal 2013 in avanti, siano simili a quelli di oggi”, annunciati da Lepore nel primo anniversario dall’introduzione dei limiti. Infatti, “come ci ricorda la polizia municipale – continua Cavedagna –, gli incidenti sono stati tutti causati da persone al volante in stato di ebbrezza, alla guida senza patente, oppure percorrendo le vie del centro storico ben oltre i limiti di velocità”.

Polemiche anche sulle recenti dichiarazioni del nuovo presidente dell’Osservatorio regionale per l’educazione alla sicurezza stradale, Marco Pollastri, secondo il quale ’Città 30’ “sia il modello vincente da esportare lungo tutto il territorio regionale”. E su questo risponde Lisei: “Pollastri è alla guida dell’osservatorio perché il vecchio presidente (Mauro Sorbi; ndr) è stato cacciato in quanto non aveva idee conformi a chi guida questa Regione – attacca il meloniano –. Così si sono scelti un dirigente allineato ai loro pensieri. Pollastri, infatti, è un presidente politico, mentre per noi questi organismi dovrebbero essere guidati da persone indipendenti. Tuttavia sappiamo che a Bologna e in Regione, con il Pd, questo non è possibile”.