Fusione Comuni 2018, pioggia di no a Malalbergo, Baricella, Castenaso e Granarolo

E se il referendum è stato bocciato ’come la più brutta proposta della Regione’ c’è chi chiede già le dimissioni da sindaco

Votanti al seggio per il referendum sulla fusione dei Comuni

Votanti al seggio per il referendum sulla fusione dei Comuni

Bologna, 8 ottobre 2018 - Non passa la fusione tra Baricella e Malalbergo per creare un Comune unico da 16mila abitanti, né quella tra Castenaso e Granarolo dell’Emilia. Il risultato del referendum le ha bocciate in modo schiacciante. A Malalbergo i ‘no’ sono passati con il 68,50 per cento (2.122 voti) contro il 31,50 dei sì (976 preferenze)e a Baricella i contrari hanno vinto con 62,33 per cento (1.496 voti) contro il 37,7 dei favorevoli (904 preferenze).

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L’affluenza ieri, intorno a mezzogiorno, sembrava non dare i segnali sperati al comitato del ‘no’ (appena sopra il 20 per cento in entrambi i Comuni). Poi dopo le 17, come era prevedibile, c’è stata un’impennata che ha portato intorno alle 21,30 il numero dei votanti intorno al 45,46 per cento a Baricella (pari 2.417 elettori), mentre Malalbergo si è assestato sul 44,80 per cento con 3.117 elettori. Il voto della fusione tra Malalbergo e Baricella ha dato ragione al comitato del no che ha messo in guardia i cittadini dalla possibile perdita di identità e dai contributi discrezionali finanziati di anno in anno. La campagna elettorale del no, inoltre, ha visto protagonisti i partiti d’opposizione: Lega Nord con Daniele Marchetti e Mirko Lazzari, Cinque Stelle con la consigliera regionale Silvia Piccinini, e Forza Italia con il deputato Galeazzo Bignami. I tre schieramenti hanno pubblicamente bocciato la fusione tra i due Comuni come la «più brutta proposta nella Regione».

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E non ci sarà Villagrande, né Castegranaro, né Villanuova dell’Emilia visto che la fusione tra i comuni di Castenaso e di Granarolo dell’Emilia non è passata. Anche questa bocciatura è arrivata con numeri pesanti: in alcuni seggi di Castenaso i no hanno superato la percentuale dell’80%. A respingere con forza la nascita del supercomune da 27mila abitanti, al referendum che si tenuto ieri sono stati circa la metà degli aventi diritto di voto in entrambi i Comuni. Qualcuno in più a Castenaso con 6mila e 342 votanti per una percentuale pari 51,72% che a Granarolo dell’Emilia dove a votare sono stati in 4mila e 618 corrispondenti al 48,93%.

Un maggior numero di voti che ha determinato però uno sbilanciamento ancora più deciso verso il no. A Granarolo la fusione è stata respinta dal 71% dei no a Castenaso, invece, con il 78,06. “Con grande soddisfazione possiamo dire che questa giunta è stata scalzata dai cittadini – commenta Carlo Trenti, capogruppo della lista civica Impegno per Granarolo del comitato per il no - . Per questo, domani ne chiederemo le dimissioni”. Annunciano la richiesta di dimissioni del sindaco Stefano Sermenghi e dell’assessore alla fusione Pierfrancesco Prata anche le opposizioni di Castenaso. «La maggioranza è stata asfaltata – commenta Angelo Mazzoncini del gruppo misto – . Questa è la testimonianza di come la maggioranza ha perso il contatto con la realtà. Per questo chiederemo le dimissioni di sindaco e assessore». Risultato a parte, il lavoro di questi mesi è stato comunque una bella esperienza sul piano umano per Franco Marinelli del comitato del sì di entrambi i Comuni. «Anche se non si sono fusi i municipi, la fusione è avvenuta tra molte persone che si sono scambiate molte idee in questi mesi. E’ un peccato perché ritengo che abbiamo perso una grande opportunità».

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