Giovanni Favia, una vita sempre in trincea. Dai grillini alla lotta per i ristoranti

Dal ‘Vaffa’ di Grillo alle nuove barricate anti sistema: "La nuova politica è abortita"

Giovanni Favia, Beppe Grillo e Massimo Bugani (FotoSchicchi)

Giovanni Favia, Beppe Grillo e Massimo Bugani (FotoSchicchi)

Bologna, 2 aprile 2021 - "Se si formerà nelle varie città al voto, anche a Bologna, un vero polo civico lontano dai partiti, composto dalle persone che hanno protestato oggi per riavere il proprio lavoro, allora credo che quel polo abbia delle praterie davanti a sé. Perché molti voti destinati alla politica sono disperati".

Passano gli anni, ma in primo piano sul palconescenico della politica bolognese c’è sempre lui: Giovanni Favia. L’ex grillino oggi è tra i fautori di Bologna Forum Civico, movimento dal basso che promette di stupire alle prossime amministrative. Ma è anche, e soprattutto, uno dei front-man della protesta dei ristoratori a livello nazionale, culminata ieri con il blocco pacifico dell’autostrada dal casello di Cantagallo, per alcuni chilometri caraterrizzati da un corteo di auto che ha lanciato l’ennesimo grido d’aiuto.

Le richieste: "Se la vecchia politica era morta, la nuova si può dire abortita – attacca Favia –. Serve liquidità immediata per salvare i ristoranti. E la protesta si trasformerà, è solo l’inizio".  

Il neo quarantenne ha vissuto una vita al massimo: è stato tra i primi dirigenti di peso del MoVimento Cinque Stelle nella sua versione più pura, dal Vaffa Day di Bologna fino alla candidatura a sindaco nel 2009 che raccolse oltre 7 mila voti. Poi l’avventura in consiglio regionale e il tappo che salta: il contrasto con il Movimento e i passaggi di ’Servizio pubblico’ con Santoro e ’Piazza pulita’, a fine 2012 gli viene tolto il simbolo, è espulso.

Non ha fortuna con la corsa a parlamento con ‘Azione civile’ di Ingroia, la sua vita cambia e si lancia nella ristorazione, i locali attivi a Bologna sono sei. Oggi la scelta di seguire soprattutto la protesta di categoria. "Per quanto riguarda la politica faccio un passo indietro, mi dedicherò a questa battaglia".  

pa. ros.  

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