Governo, Massimo Bugani boccia l'alleanza M5s Pd

Su Facebook il capogruppo grillino: "I Dem sono inaffidabili, nessuna paura del voto"

Luigi Di Maio e Massimo Bugani

Luigi Di Maio e Massimo Bugani

Bologna, 25 agosto 2019 - Cita ‘Io non t’appartengo più’ di Roberto Vecchioni e si riprende un palcoscenico importante Massimo Bugani. Che ieri, su Facebook, con un post calibrato fase per frase ha mandato un messaggio al Pd, in note a Salvini e soprattutto al suo elettorato: il Pd con noi non c’entra geneticamente niente. E figuriamoci se ha senso allearsi per formare un nuovo governo.

La bocciatura dell’ipotetica alleanza è chiara. «Il Pd vuole fare un Governo per via della paura e non con il coraggio. Lo vuole fare per paura che Salvini governi da solo, per paura di andare tutti a casa e per paura di pentirsi di non averlo fatto». Nessuna di queste, però, è per Bugani «una ragione in grado di garantire solidità a un eventuale governo M5s-Pd». L’esponente pentastellato, che ai primi di agosto si è dimesso da vicecapo della segreteria particolare del vicepremier Luigi Di Maio e da coordinatore emiliano-romagnolo del M5s, lo dice in filigrana: non siamo con il cappello in mano. «Se qualcuno ripone le speranze in un nuovo Governo nel Pd di oggi, come al solito il Pd è sempre pronto a deluderle tutte. Ancor prima di iniziare il tavolo di ieri, le almeno 10 correnti, in perenne guerra tra di loro, stavano già litigando. Davanti a un’occasione incredibile pongono un veto contro la figura di Giuseppe Conte, che peraltro sarebbe una garanzia anche per loro».

E non manca, come detto, una stoccata a Matteo Salvini, che «ci ha follemente cacciati in questa situazione, e l’ha fatto come il personaggio della canzone di Vecchioni che ‘si è superato, non si è visto e ha continuato’». Per Bugani insomma, allo stato attuale un’alleanza con il Pd non sembra essere la soluzione migliore. «Se vogliamo bene al Paese dobbiamo avere un progetto culturale comune, un’idea di società in cui al centro ci siano il sapere e la conoscenza. È evidente che i parlamentari del Pd non hanno alcuna intenzione di seguire le linee dettate da Zingaretti. L’unica cosa che invece il Pd dovrebbe fare – sintetizza Bugani – è dire sì ai nostri 10 punti e a Conte. Noi del voto non dobbiamo avere paura e non avremo mai paura».

Bugani ora è vicino al gruppo interno che fa riferimento a Gianluigi Paragone e ad Alessandro Di Battista, che due giorni fa si era detto convinto di «valanghe» di voti per l’M5s, non chiudendo la porta al Carroccio («buone le nuove aperture della Lega»). Ma in troppi nel Movimento sono profondamente feriti dal «tradimento» della Lega e un accordo bis pare impossibile.

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