Guazzaloca, nella storia di Bologna

Morto il primo e ultimo sindaco non comunista, o di sinistra, della città. Il trionfo nel '99 con la folla impazzita in piazza Maggiore

Bologna, è morto l'ex sindaco Giorgio Guazzaloca (foto Schicchi)

Bologna, è morto l'ex sindaco Giorgio Guazzaloca (foto Schicchi)

Bologna, 26 aprile 2017 - Di Giorgio Guazzaloca si ricorderà che è stato il primo e ultimo sindaco non comunista, o di sinistra, di Bologna. Peccato. Giorgio è stato molto di più. Un punto di riferimento, sempre, un bolognese.  Un civico prestato alla politica? Per carità. Guazzaloca aveva il cervello fino dei migliori politici di questa Repubblica. Avrebbe potuto essere segretario di un partito se non avesse scelto di stare fuori dai partiti e di impegnarsi nella politica delle cose, del fare: i macellai, i commercianti , la Camera di Commercio.

Non a caso per le amministrative del '99 che lo videro trionfatore (FOTO) fu corteggiato sia da destra sia da sinistra. Non a caso alla fine lui scelse di stare con Guazzaloca. Una scelta vincente, una notte, quella del ballottaggio,  vissuta pericolosamente, fino all'ultimo seggio; la salita a Palazzo D'Accursio abbracciato alla figlia, la folla impazzita in Piazza Maggiore.

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Come scrisse il Carlino, quel giorno Bologna diventò una città normale, in cui può vincere una parte o l'altra. Non sempre quella o quell'altra. Una parentesi. Guazzaloca è stato un buon sindaco e uno straordinario ex sindaco, mestiere ancora più difficile. Ha governato con equilibrio smentendo i timori di purghe degli sconfitti, e la voglia di purgare dei vincitori. Ha governato un anno in meno del suo mandato impegnato a sconfiggere con ironia un male che lo aspettava appena fuori dall'urna. Ha governato con gente capace che amava la propria città.

A fine mandato non fece quasi campagna elettorale, convinto che bastassero i fatti a parlare. E qui sopravvalutò i suoi concittadini che incominciarono ad amoreggiare con Cofferati, suo mediocre successore, quando ancora l'ex segretario della Cgil non era candidato. La Bologna borghese e opportunista che non vedeva l'ora di rifugiarsi nei suoi consolidati meccanismi di potere e di affari. Guazza prese la sconfitta con sorpresa e amarezza. E con grande signorilità. Facendo un passo indietro, ottenendo un meritato incarico nazionale dall'amico Casini. Poi il riserbo e la discrezione. Guazza lo ricordiamo ai tavolini del bar in Piazza Maggiore, salotto ufficio a cui chiunque poteva accedere. Il sindaco. Allora come oggi.

Morto Guazzaloca, il cordoglio della città

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