Bologna, 29 agosto 2024 – "Del doman non c’è certezza". La frase circola in ambienti Pd in due direzioni: la data delle elezioni e le candidature (e il conseguente toto-giunta su cui si ragiona in caso di vittoria). Sul primo punto, iniziano i distinguo. Se Michele de Pascale, candidato del centrosinistra, si dice favorevole all’election day "per favorire l’affluenza", la presidente facente funzioni dell’Emilia-Romagna, Irene Priolo, è più scettica. "Un mini-election day a fine ottobre non ha alcun senso. È evidente – commenta i rumors di queste ore – che probabilmente c’è qualche preoccupazione da parte del governo, che ci sta chiedendo di andare insieme alla Liguria ma per motivazioni politiche. Mancano però fatti ufficiali", sottolinea Priolo. Non solo. Per andare al voto il 27-28 ottobre anziché il 17 e il 18 novembre, "andare senza l’Umbria non ha senso", insiste Priolo.
Di certo il Pd se si anticipa il voto, dovrà chiudere la lista a fine settembre, cercando di immaginare possibili scenari post-voto in caso di vittoria. Da quello che trapela, la capolista potrebbe essere proprio Priolo che, visto il ruolo, è data in pole. Per lei c’è chi assicura ci sia pronto lo scranno di presidente dell’Assemblea legislativa (se non entrerà in giunta). In quota Schlein-Lepore in lista ci sono la consigliera Mary de Martino, Maurizio Fabbri, ex sindaco di Castiglione dei Pepoli e l’ex sindaca di San Lazzaro Isabella Conti che, in caso di boom di preferenze, potrebbe entrare nell’esecutivo. L’area riformista punta sulla coppia Francesco Critelli-Virginia Gieri, mentre l’area De Maria conta oltre a Priolo, sull’assessore alla Sanità Raffaele Donini, nonostante qualche malumore sulla sua corsa tra i dem ci sia ancora. In quota Gianni Cuperlo, invece, c’è la dem Simona Lembi, mentre per Imola gira il nome dell’ex sindaco di Castel San Pietro Fausto Tinti o di qualche assessore del sindaco Panieri.
Manca all’appello, invece, il consigliere regionale – area Schlein – Stefano Caliandro che, secondo i rumors, in caso di vittoria di de Pascale dovrebbe finire in giunta. Ma il nodo, immaginando il toto-esecutivo di 10 persone (5 uomini e 5 donne), sarebbe un sovraffollamento di nomi maschili. Per questo, per Caliandro si immaginano anche altri posti. O come segretario regionale (se Luigi Tosiani eviterà di candidarsi alle Regionali, finendo dritto in giunta), o come assessore di Lepore (a fronte del rimpasto annunciato a fine anno).
Per la Sanità, al posto di Donini, potrebbe essere in campo l’ex sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli, ma se Davide Baruffi, ex braccio di destro di Bonaccini, resterà sottosegretario della giunta, difficile un bis modenese. Un posto quasi sicuro (capa di gabinetto?) per Manuela Rontini (che segue la campagna elettorale di de Pascale). Se il sindaco di Ravenna vincerà, Vincenzo Colla, assessore al Lavoro, è l’unico posto fisso della giunta, mentre prende quota Sergio Lo Giudice alla Mobilità. Nessuna certezza, invece, sul vice di de Pascale. L’ipotesi più papabile è che venga dal partito della coalizione (dopo il Pd) che ha preso più voti. In questo caso, terrebbe l’idea della vice di Lepore Emily Clancy (in quota Alleanza Verdi sinistra). Dai rumors, la vicesindaca preferirebbe restare in giunta a Bologna, ma la discussione sarebbe in corso. E dal nazionale pare che si spinga per una sua corsa da consigliera regionale per poi salire in giunta. Magari, appunto, come vice. In caso la ’carta’ Clancy non si riesca a giocare, potrebbe valutarsi l’opzione Pd. In quel caso, toccherebbe a qualcuno di area Schlein, possibilimente di Bologna visto che de Pascale è romagnolo. A quel punto tornerebbe in auge Caliandro, lo stesso Lo Giudice o, chissà, anche Federica Mazzoni, segretaria provinciale del Pd.