Ius Soli Bologna, la cittadinanza ai bambini stranieri è nello statuto

La svolta è nello statuto comunale. Seduta fiume in Consiglio, tra gli attacchi del centrodestra

Bologna, 28 giugno 2022 - Lo Ius Soli è ufficialmente entrato nello statuto di Palazzo d’Accursio. Al termine di una discussione fiume (dalle 13 alle 20.30), zavorrata dai ripetuti interventi di alcune frange dell’opposizione, la modifica formale che rende italiani tramite la cittadinanza onoraria i bambini stranieri nati in Italia da genitori stranieri regolarmente soggiornanti, oppure nati all’estero – si legge nell’articolo 3 bis introdotto nello statuto –, ma che abbiano completato almeno un ciclo scolastico o un percorso di formazione professionale in istituti appartenenti al sistema educativo di istruzione e di formazione italiano, è diventata realtà. La palla ora passa al Parlamento, che discuterà l’adozione dello ‘Ius Scholae’ (il percorso scolastico per ottenere la cittadinanza diventa obbligatorio).

Un selfie collettivo per festeggiare l’approvazione dello Ius Soli
Un selfie collettivo per festeggiare l’approvazione dello Ius Soli

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IL VOTO

La delibera è passata con 26 voti favorevoli (Pd, Coalizione civica, M5s, lista Lepore, Anche tu Conti, Verdi), otto contrari (Fdi, Lega) e tre non votanti (Fi, Bologna ci piace); con gli stessi numeri, il Consiglio ha approvato anche l’ordine del giorno presentato dalla maggioranza – su proposta del consigliere Detjon Begaj (Coalizione civica) – per invitare la Giunta ad "accelerare le tempistiche delle notifiche e il giuramento per ottenere la cittadinanza italiana, per modificare alcune prassi che possono essere discriminatorie in materia di residenza e per aumentare il personale dei servizi demografici". Prima del voto, gli interventi del segretario generale Roberto Finardi e della presidente del Consiglio, Caterina Manca, hanno escluso eventuali problemi legati alla nomina degli scrutatori (replicando a una questione sollevata da Fdi).

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IL PRESSING

Pronta la soddisfazione da parte del Pd bolognese. "Lo Ius Scholae entra nello statuto, la nostra città fa da apripista sul futuro, il Parlamento faccia altrettanto per aggiornare la legge sulla cittadinanza e guardare in faccia migliaia di bambini e bambine, ragazzi e ragazze italiane di fatto ma ancora senza diritti", ha dichiarato in una nota la segretaria Federica Mazzoni. Che ha continuato: "Dalla nostra Bologna progressista si accende la scintilla che deve portare le istituzioni nazionali ad approvare una riforma di civiltà destinata a dare una risposta normativa a giovani che sono già italiani di fatto".

Il sindaco Matteo Lepore ieri era intervenuto cercando di convincere le opposizioni a non incancrenirsi su una strategia ostruzionistica. Non ci è riuscito. Lo Ius Soli nello statuto del Comune, ha sottolineato Lepore, non è un fatto solo "simbolico", ma un "primo passo" per far sì che i giovani che studiano e lavorano qui "vedano completato il proprio percorso di inclusione. Dalle città può nascere un tempo nuovo, che spinga il Parlamento ad approvare riforme per i diritti, per la vita delle persone, per il loro futuro e una reale piena cittadinanza senza ipocrisie". E cita Mandela: "’Sappiamo cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo’, Bologna l’ha fatto".

 

COSA SUCCEDE ORA

Bologna utilizzerà il 20 novembre (Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza) per una ‘Festa della cittadinanza’. Per il 2022 potrebbe essere il giorno giusto per dare le prime cittadinanze onorarie ai minori stranieri, che a Bologna sono oltre 11mila. Comunque si va all’autunno. In altre date (17 marzo, 21 maggio, 12 giugno, 2 ottobre) potranno tenersi le attese cerimonie di consegna, con un kit che conterrà anche una costituzione italiana.

 

 

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