Landini a Bologna: "Indegno aiutare chi guadagna 240mila euro"

Il segretario della Cgil: "Caro bollette? Dobbiamo batterci perché le cose cambino"

Maurizio Landini, segretario della Cgil (foto Schicchi)

Maurizio Landini, segretario della Cgil (foto Schicchi)

Bologna, 14 settembre 2022 - Il lavoro va messo al centro. E i partiti non hanno fatto abbastanza in questi anni. Di fronte a una platea di 5mila delegati in piazza Lucio Dalla, il segretario generale della Cgil Maurizio Landini è intervenuto all’assemblea di “Ascoltate il lavoro” non risparmiando critiche ai partiti. Dopo un decalogo di 10 punti sulle priorità del lavoro (dai salari, al tetto alle bollette, alla tassazione degli extra profitti e il superamento della precarietà) targate Cgil, il numero uno del sindacato ha fustigato la politica: “In molti casi sia governi di destra e sia governi che si richiamavano alla sinistra hanno fatto politiche che hanno peggiorato le condizioni di vita e di lavoro delle persone. Se la maggioranza dei cittadini e dei lavoratori pensa che quando c’è da andare a votare non va a votare, penso sia in atto una rottura tra lavoro e politica”.

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Landini va oltre. Non risparmia il governo Draghi, rivendica la protesta della Cgil in piazza con la Uil contro la riforma fiscale, e annuncia di tornare in piazza l’8 ottobre a Roma, un anno dopo l’assalto alla sede del sindacato, per dire no al fascismo. “Lo diciamo adesso, prima di sapere quale sarà il prossimo governo. E prima che il nuovo esecutivo sia insediato”, dice Landini. Nel suo intervento, non è mancato un capitolo sul Dl Aiuti, dove Landini ha picchiato duro: ”Hanno votato tutti il decreto che aiuta i vertici della pubblica amministrazione, cioè chi guadagna più 240mila euro. Questo è indegno nei confronti dei lavoratori che hanno mandato avanti il Paese. La ricchezza è grazie a lavoratori e lavoratrici”.

Il mantra. Infine, è il caro-bollette (”serve l’autonomia energetica”) e la frantumazione dei lavoratori, le diseguaglianze: “Dobbiamo rivendicare di essere ascoltati e che la politica torni a assumere il lavoro e le persone come elemento per cambiare e costruire una nuova società. Dobbiamo mobilitarci, convocare le assemblee nelle fabbriche, perché per cambiare dobbiamo batterci. E chi è dipendente deve sacrificarsi per chi è meno garantito”, insiste Landini.

Una mobilitazione che deve partire dal 23 settembre, nell’ambito della manifestazione ’Friday for future’, per l’ambiente e per il lavoro. Infine, l’invito urbi et orbi ad andare a votare: ”Non dobbiamo stare zitti, per non far decidere altri al nostro posto. Molti sono indecisi, ma il nostro faro è la Costituzione. Noi ci siamo battuti per difenderla, sia quando la voleva cambiare Berlusconi, sia quando la voleva cambiare Renzi. Non abbiamo bisogno di fenomeni, ma di un lavoro collettivo. Per questo, oggi è il momento di andare alle urne. Per cambiare le politiche e la legge elettorale”.

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