Voto Bologna, il Pd svela la 'rosa' di 11 nomi. Solo tre donne e qualche sorpresa

In lista Zampa, Lembi e Puglisi, manca Cuppi. Spuntano Caliandro e Mumolo. Ci sono Merola, De Maria, Critelli. La segretaria dem Mazzoni: "Troppe poche? Il nostro obiettivo è farle eleggere"

Francesco Critelli

Francesco Critelli

Bologna, 1 agosto 2022 - La 'rosa’ dei candidati del Pd di Bologna è arrivata ieri in serata. Undici candidati, dei quali tre parlamentari uscenti, due consiglieri regionali e solo tre donne. Per la minoranza, Francesco Critelli. Oltre agli annunciati Virginio Merola, Andrea De Maria, Sandra Zampa, Gianluca Benamati, Simona Lembi, Davide Di Noi e Luca Rizzo Nervo, spuntano tre sorprese: i consiglieri regionali Stefano Caliandro e Antonio Mumolo, oltre all’ex sottosegretaria Francesca Puglisi.

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Manca Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto e presidente del partito, ma si ripete che sarà conteggiata in quota nazionale. È andata diversamente, invece, per la storica portavoce di Prodi, Zampa, che ’giocava’ sia sul tavolo locale che del Nazareno, e rientra nella lista consegnata dalla segretaria provinciale Federica Mazzoni al collega in regione Luigi Tosiani. Toccherà a Enrico Letta trovare la quadra. Domani verrà inviato l’elenco del territorio (già uscite le proposte di Modena e Reggio) e l’11 agosto la Direzione nazionale voterà le candidature definitive. Il centrosinistra a Bologna dovrebbe contare su sette eletti: 4 all’uninominale e tre nel listino plurinominale. Tradotto: quattro nomi della ‘lista Mazzoni’ resteranno fuori. Difficile che i consiglieri regionali (Caliandro e Mumolo) la spuntino, considerando che, stando alle regole, dovrebbero chiedere la deroga (con già altri nomi in regione che potrebbero chiederla). Benamati potrebbe correre (senza chiedere ’dispense’), ma ha già fatto sapere che è pronto all’atto di generosità (sebbene di fronte a liste non proprio organiche, chissà), mentre Puglisi è dirigente in Fiera. Per Rizzo Nervo la partita sarà più dura, visto che a Modena in quota Giovani Turchi di Orfini c’è anche Giuditta Pini, ma mai dire mai.

Tra gli altri, vengono dati in pole l’ex sindaco Merola e gli uscenti De Maria e Critelli (sebbene giochi il derby di Base riformista con Manca in quota Imola), ma anche Cuppi ed Elly Schlein (nomi nazionali). Chance anche per Di Noi (Energia democratica) e Lembi, ma il quadro potrebbe cambiare (e di parecchio) se big nazionali e alleati verranno ’paracadutati’ in città. Luigi di Maio non sarà né a Modena né a Bologna (ha smentito ieri), ma ancora c’è da sciogliere il nodo Calenda e quello dei posti per pezzi da novanta dell’ex partitone o di altri alleati. Tra i dem locali resta alta la guardia e, se i nomi ’esterni’ al territorio dovessero essere più di tre, il rischio ’rivoluzione’ c’è.

Nel partito, intanto, la minoranza già affila le armi. Non vedendo arrivare la ’rosa’ di nomi e non essendo stata convocata la Direzione, Dario Mantovani (ex sfidante di Mazzoni) dalle 13 di ieri aveva invocato trasparenza come nelle altre federazioni: "La lista va resa pubblica", insisteva sui social. Nessuna replica da Mazzoni che, però, a distanza di ore ha convocato la segreteria e reso noti i nomi. Obiettivo: evitare polemiche e rivendicare "candidature capaci di coniugare esperienza politica e rinnovamento. Confermiamo la determinazione nel voler dare a Bologna la rappresentanza migliore, una squadra che è riconosciuta per battere la destra". Plauso dal presidente dell’assemblea cittadina dem Pietro Aceto "per il lavoro autorevole", ma tra i dem non mancano critiche. Da chi ripete che la lista è stata costruita per accontentare tutti gli umori della maggioranza, a chi lamenta le poche donne in lista.

Federica Mazzoni: "Poche donne? Il nostro obiettivo è farle eleggere"

Troppe poche donne in lista? "Il nostro obiettivo è farle eleggere", così ha commentato Federica Mazzoni, segretaria provinciale del Pd all'indomani della pubblicazione della rosa dei candidati. Le 'nomination', prosegue  Mazzoni, provengono dalla Federazione di Bologna, in collaborazione con il regionale del Pd- assicura Mazzoni- corrisponde a una rappresentanza del territorio per comporre la migliore delle squadre per battere la destra. Noi puntiamo ad avere la piena parità di genere ed eleggere le donne: questo è fondamentale anche per oltrepassare una ferita che c'è stata nella scorsa legislatura. In questo siamo pienamente impegnati fin dall'inizio e il mio impegno personale non manca in assoluto da questo punto di vista". 

Secondo la dem quindi non basta avere solo una squadra con una buona presenza di quote rosa, ma "il quadro non si è finito di comporre ieri, anzi- replica Mazzoni- è solo il primo passaggio. Il nostro obiettivo è avere una squadra che poi sappia eleggere le persone. Non basta solo fare i nomi delle donne o semplicemente candidarle. Noi le vogliamo elette e le avremo come nostre rappresentanti".

 

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