Bologna, Luigi Tosiani si presenta. "Elezioni cruciali, il Pd deve aprirsi a nomi esterni"

Il neo segretario dem: "Apro le porte dei circoli Pd alla gente"

Il nuovo segretario del Pd bolognese Luigi Tosiani

Il nuovo segretario del Pd bolognese Luigi Tosiani

Bologna, 11 novembre 2018 - «Tra la gente, pronti ad ascoltare». Luigi Tosiani ha una sfida difficilissima davanti: dimostrare con i fatti che il suo auspicio, dopo anni di promesse non mantenute, non suoni come il solito ritornello a vuoto. Il nuovo segretario del Pd bolognese sa che c’è molto terreno da riconquistare e poco tempo per farlo, con le amministrative e le Europee all’orizzonte.

Ma ha ben in testa la ricetta per rilanciare i dem: «La parola d’ordine sarà ‘partecipazione’: faremo liste aperte e recupereremo il rapporto con il Comune».

Tosiani, che partito ha trovato?

«C’è entusiasmo, voglia di fare politica e anche tante richieste, non lo nascondo, di parlare con la federazione. In questi giorni sto girando molto e continuerò a farlo senza risparmiarmi, siamo già pronti con la prima iniziativa».

Quale?

«Apriremo per 10 giorni tutti i nostri circoli di Bologna e provincia, con iniziative politiche e di autofinanziamento. È solo l’inizio per avvicinarli a chi li vuole frequentare, attraverso idee o chiedendo ascolto. Le porte sono aperte, e lo resteranno».

Tra pochi mesi si vota in 38 comuni: sarà un esame duro, avete tutto da perdere.

«È la mia priorità numero uno e vorrei che il partito, al netto delle specificità, ci arrivi con una linea comune. Il Pd tornerà ad avere un ruolo di coordinamento e di guida, in modo da creare una cornice metropolitana unitaria».

Il sindaco di San Lazzaro, Isabella Conti, ha già annunciato una lista civica senza il simbolo. È un modello da seguire?

«Faremo convivere un forte senso di appartenenza e una forte caratterizzazione civica. Non è una novità, basta pensare alla lista Due Torri, ‘il simbolo più bolognese di tutti’, diceva Dozza. Ecco, oggi vedo la stessa necessità nella costruzione di liste e coalizioni, ed è questo lo schema con cui ci presenteremo alle amministrative».

Aperti a chi?

«Immagino un Pd contaminato dalle esperienze migliori del territorio, dall’associazionismo diffuso alle tante competenze che sono il vero valore aggiunto. Vogliamo essere protagonisti in un campo largo, senza perdere l’appartenenza di essere democratici, un orgoglio da rilanciare».

Un’occasione potrebbe essere la discussione sui Prati di Caprara, che ha mostrato un’indiscutibile necessità di partecipare al dibattito cittadino.

«C’è stata l’istruttoria pubblica, con una forte partecipazione, un valore straordinario che caratterizza Bologna e dobbiamo preservare. E bene ha fatto la giunta a promuovere questa discussione».

A proposito, come pensa di ricostruire il rapporto con il Comune e il sindaco?

«Da parte mia c’è la volontà di mettere il Pd in un percorso di confronto e dialogo costruttivo, che significa valorizzare le tante cose positive fatte e lavorare su quelle da migliorare. Presto incontrerò assessori e consiglieri, abbiamo due anni e mezzo di lavoro davanti».

Sabato c’è l’assemblea nazionale, ma il Pd pare ancora paralizzato dai giochi di corrente. Come se ne esce?

«Semplice: cominciando a parlare al Paese con proposte, in una parola facendo opposizione. Vedremo i candidati, da Bologna abbiamo dimostrato che vale la pena fare uno sforzo per tenere unito questo partito e alla nostra comunità dico, che qualsiasi scelta sarà fatta al congresso, la priorità deve essere recuperare fiducia e lavorare per le prossime sfide, non continuare a dividerci tra noi».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro