Cannabis, Santori: "La marijuana me la coltivo io a casa". Bufera sulla 'sardina'

Il consigliere comunale di Bologna ammette che quest'anno il raccolto di tre piantine ha fruttato 60 grammi d'erba. Fratelli d'Italia: "Lepore ritiri la delega"

Mattia Santori

Mattia Santori

Bologna, 10 luglio 2022 - Non si fa nessun problema ad ammettere di farsi le canne "da quando avevo 18 anni" e ora la marijuana se la autocoltiva. Lui è la 'sardina' Mattia Santori, oggi consigliere comunale a Bologna con delega al Turismo, promotore dei 'Cannabis talk' e di altre iniziative di sensibilizzazione sul tema. 

Coltiva la cannabis sotto le lampade in casa e quest'anno il raccolto di tre piantine ha fruttato 60 grammi d'erba. Lo ha rivelato candidamente qualche giorno fa durante gli Stati generali sulla cannabis che si sono svolti a Milano, ma "l'avevo già detto in passato", sottolinea. E si scatena la bufera con Fratelli d'Italia che chiede a al sindaco Lepore di togliergli le deleghe

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"Uso personale"

"Mi faccio le canne da quando ho 18 anni - spiega Santori - poi un giorno mia sorella rientrata da Amsterdam mi ha portato dei semi, un regalo goliardico, li ho piantati ed è andata male. Ho comprato l'occorrente e solo al terzo tentativo sono cresciuti. Insomma non solo la consumo, ma la autoproduco per uso personale".

"Al momento - ammette - l'autocoltivazione è equiparata allo spaccio per cui io rischio sino a sei anni di carcere: è assurdo. Non a caso le Corti riunite della Cassazione hanno già indicato ai tribunali di considerare poche piantine come uso personale. Ora tocca al Parlamento muoversi".

"Compro i semi da un canapaio che paga le tasse"

"Acquisto i semi da un canapaio che paga le tasse - afferma Santori - ho comprato le mie attrezzature, e tutto questo è già legale. In questo modo so dove vanno i miei soldi. Il mercato della cannabis alimenta la criminalità organizzata. Io non voglio che il mio consumo ricreativo di una canna ogni tre giorni vada ad arricchire un criminale, per questo dico che il mio è un comportamento virtuoso".

"Se il Parlamento fa spallucce io non sto zitto. Crea dipendenza? È provato scientificamente che non è così. Poi è chiaro che occorrono politiche di intervento su un consumo problematico. Ma non è meglio allora che il tuo consulente sia un esperto che ti vende i semi e non robaccia piuttosto che un pusher nelle cui mani finiscono i minorenni?".

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Fratelli d'Italia: "Sconcertante, Lepore ritiri le deleghe"

"Come Fratelli d'Italia siamo sconcertati dalla sfacciataggine con la quale Mattia Sartori, delegato alle politiche giovanili del Sindaco Pd di Bologna Matteo Lepore, abbia candidamente ammesso di farsi le canne dall'età di 18 anni, di consumare abitualmente cannabis e addirittura di coltivare marijuana in casa. Confidiamo che le autorità competenti intervengano immediatamente per verificare la fondatezza delle sue dichiarazioni e l'esistenza di eventuali reati, sia amministrativi che penali. Quel che è certo è che le parole di Sartori sono inaccettabili perché arrivano da un esponente delle Istituzioni, per di più delegato ad occuparsi delle politiche per le giovani generazioni, perché contengono un messaggio devastante di normalizzazione dell'uso di droga. Lo Stato e i suoi esponenti, ad ogni livello di governo, dovrebbero occuparsi di combattere le dipendenze e non di incentivarle con messaggi sbagliati. Le parole di Sartori confermano tutta la sua inadeguatezza e ci auguriamo che il sindaco di Bologna abbia la decenza di prendere le distanze e di ritirargli la delega. Ma chiediamo anche ai vertici del Pd, e al segretario Enrico Letta in testa, una netta presa di posizione. Perché questa sinistra, sponsorizzata anche dal Nazareno come nuova e innovativa, puzza tremendamente di vecchio e ideologico". Lo dichiara Galeazzo Bignami, deputato di Fratelli d'Italia.

La discussione in aula

La polemica è più attuale che mai visto il seguito in Aula alla Camera, per questa settimana, della discussione sulla proposta di legge che vuole modificare il Testo unico sugli stupefacenti, in particolare rendendo possibile la coltivazione fino a un massimo di quattro piante di cannabis domestica, per uso esclusivamente personale.

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