Pd Bologna, Boccia: "Sì alle primarie, ma devono allargare"

Il responsabile Enti Locali del Pd sulla scelta del candidato: "Se non sono gazebo di coalizione, possono decidere gli organismi del partito"

In grande, Francesco Boccia. Sotto, da sinistra, Alberto Aitini e Matteo Lepore

In grande, Francesco Boccia. Sotto, da sinistra, Alberto Aitini e Matteo Lepore

Bologna, 29 marzo 2021 - Roma incontra Bologna. Ieri, nel primo faccia a faccia (online) tra Francesco Boccia, responsabile Enti Locali del Pd, e il segretario provinciale dem Luigi Tosiani, il leit motiv è "l’autonomia" in vista delle prossime Comunali. Boccia lo dice senza giri di parole, blindando, di fatto, il percorso del Pd bolognese.

"Alle amministrative non ci sarà nessuna imposizione di Roma sui territori", dice il referente del Nazareno. E non chiude alle primarie, così come già fatto per il dossier Roma (la vera grana per il Pd di Letta). E, in una specie di mozione degli affetti, ricorda i gazebo a cui lui stesso ha partecipato otto-nove volte: "Sono nel nostro Dna, servono ad allargare il campo, quando c’è una coalizione da mettere insieme". Diversamente, in caso di candidati solo del Pd, come si profila la competizione sotto le Due Torri, "ci sono gli organi del partito che possono decidere".

Insomma, se le primarie sono di coalizione, ben vengano. Se, invece, il duello resta tutto interno al partito rischia di diventare una conta. Da qui, l’auspicio: meglio trovare una sintesi. Difficile un voto in assemblea, considerando che per evitare le primarie ci vorrebbe almeno il 60 per cento. E né Lepore, né Aitini arrivano a quella percentuale. Morale: non restano che i gazebo (salvo accordi last minute) con una sfida Lepore-Aitini. Resta da capire se gli altri partiti presenteranno candidati o se spunterà qualche outisider, magari civico (Alberani, comunque, continua ripetere di non essersi ritirato).

Di certo c’è che sia tra i fedelissimi di Lepore, sia tra quelli di Aitini le parole di Boccia sono state gradite. Restano, però, i rumors su una possibile candidata donna che potrebbe scombinare i piani con l’evocato rientro in campo di Elisabetta Gualmini. Di sicuro non c’è nulla, ma il fatto che nelle cinque città principali al voto non ci sia neanche una candidata, pare impensierisca (e non poco) il Nazareno. Da qui, difficile immaginare la partita bolognese scoordinata da quella nazionale. Ma si vedrà.

Nel frattempo, Lepore continua a costruire la sua ’fabbrica’ di prodiana memoria, e ’Incontra Bologna’, il movimento lanciato dall’assessore alla Cultura che ha già quasi 2mila sostenitori, verrà ufficialmente presentato dopo Pasqua. Insomma, comunque vada, Lepore tirerà dritto, pronto a capitalizzare i consensi fin qui raccolti. Ma anche dalle parti di Aitini viene notato il cambio di passo della segreteria Letta, rispetto al corso zingarettiano. In sintesi: non s’insiste più su Lepore a tutti i costi, ma si dà spazio alle primarie. Non c’è preoccupazione nemmeno per quanto riguarda il passaggio che dà forza agli organismi del partito, visto che l’assessore alla Sicurezza – ricorda chi lo sostiene – è arrivato primo alle consultazioni Pd.

La palla, comunque, resta nelle mani di Tosiani. Che sta mettendo in agenda gli incontri con i partiti della coalizione che verrà. In apertura alla reunion web di ieri organizzata dai circoli del Navile (Bolognina e Nilde Iotti), sui 21 punti lanciati da Letta per far rinascere il partito, dilaniato dalle correnti e dal patologico ricambio di segretari (10 negli ultimi 14 anni), Tosiani ha ribadito il suo percorso: "Un nuovo Ulivo, che permetta di costruire un campo largo, aperto, civico". Boccia approva, ringrazia Bonaccini, "il lavoro eccezionale" di Elly Schlein, il sindaco Merola. Obiettivo: allearsi con tutti, nell’ambito di un centrosinistra alleato con i 5 Stelle.

Tra i 150 militanti collegati (mille le visualizzazioni dell’incontro postato su Facebook), tanti i temi emersi, in primis la critica al correntismo, con Base riformista (la corrente di Lotti-Guerini) tra i convitati di pietra. Viene rilanciata la questione femminile, "una battaglia che devono portare avanti anche gli uomini". Intervengono consiglieri, assessori, segretarie e segretari di circolo in 4 ore di dibattito. Molto apprezzate le parole di Judy Hamed, siriana, oggi italiana. "Non approvare lo Ius soli sarebbe un errore enorme".  

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