Presidenza della Regione, l'assessore Bianchi verso la candidatura

Il politico fa un altro passo in avanti e illustra i punti programmatici: "Non ci si salva con i posizionamenti di partito e di corrente"

L'assessore regionale Patrizio Bianchi (foto Serra)

L'assessore regionale Patrizio Bianchi (foto Serra)

Bologna, 6 agosto 2014 - Mentre "tutto e' fermo nell'attesa dei prossimi 'segnali di fumo'", l'assessore regionale Patrizio Bianchi compie un altro passo in avanti verso la possibile candidatura alla presidenza della Regione. Lo fa, presentando alcuni "punti programmatici" perche' "la Regione Emilia-Romagna non merita di restare in balia degli eventi". E soprattutto "non si salva con i posizionamenti di partito e di corrente", ma "con le idee e le competenze".

Al primo posto del documento Bianchi mette quindi il tema del lavoro e della manifattura da declinare nel contesto europeo e spiega: "Per superare la crisi bisogna recuperare la consapevolezza del ruolo della manifattura italiana nel nuovo contesto europeo, e quindi del ruolo essenziale che il nostro paese deve avere in questa fase di avvio della nuova legislatura europea, che negli impegni della nuova Commissione dovra' essere del tutto centrata sul rilancio della industria".

A seguire l'assessore pone sul tavolo il nodo del governo del territorio affermando: "Un ritorno ad un centralismo che svuoti le regioni diviene rapidamente controproducente, primo perche' i territori sono piu' importanti di prima per sostenere una qualsiasi politica di ripresa, e secondo perche' il centro, il nostro centro si e' dimostrato largamente incapace di sostenere il peso di una azione di governo effettivo di una realta' complessa come l'Italia".

Dunque, prosegue Bianchi, "si apre una fase di nuovo regionalismo, in cui che piaccia o non piaccia proprio le azioni che noi in Emilia-Romagna abbiamo sperimentato in questi quattro anni costituiscono il principale e in molti casi l'unico vero punto di riferimento". Da capire inoltre se il nuovo centralismo proposto dalla riforma Boschi "sia adeguato per cogliere la nuova geografia economica che oggi emerge". Su questo punto l'assessore propone quindi l'idea di un "federalsimo asimmetrico", dove le diverse regioni "possono portare le competenze effettive fin dove hanno dimostrato effettiva capacita' di essere sostenibili nel tempo", in un intervento sussdiario a quelle regioni che non sono state in grado di svilupparle. Bianchi inoltre propone la candidatura della regione a un ruolo di "guida dello sviluppo" dei Paesi che si affacciano sul bacino dei mari Adriatico e Ionio. Tutto questo pero', conclude, presuppone una "guida autorevole" per attuare queste politiche e salvare "l'integrita' della regione". I cui territori altrimenti, "in un'ipotesi di sola bassa amministrazione, verrebbero attratti da altri centri di maggiore rilevanza a partire da Milano".

(Fonte Dire)

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