Primarie Bologna 2021: terremoto nel Pd

Quasi metà direzione dem contro la federazione: "Sono mancate coerenza e trasparenza, gazebo unica via"

Da sinistra Tosiani, Paruolo, Aitini e Critelli

Da sinistra Tosiani, Paruolo, Aitini e Critelli

Bologna, 23 aprile 2021 - Il terremoto, alla fine, è arrivato. E le primarie di centrosinistra, da quando è piombato il ciclone Isabella Conti, ormai sono diventate più avvincenti di un film di azione, tra colpi di scena, note, documenti, attacchi e fughe verso la sindaca di San Lazzaro. Il sostegno a Isabella di Marco Lombardo, assessore al Lavoro della giunta Merola, ha fatto rumore.

Ma non è l’unica mina per il partito. Ad aggiungere confusione sotto al cielo Pd si è aggiunto un documento che ha già raggiunto 51 firme di membri della Direzione dem su 125 (pari al 41 per cento dei membri aventi diritto di voto) che contesta il percorso portato avanti fin qui dal segretario provinciale Luigi Tosiani. Non una carica di nomi pro-Conti, ma il segno plastico di un partito diviso. Spaccato. Che va ben oltre la ‘diaspora’ di qualche pezzo di partito verso la sanlazzarese Isabella. Una scelta, quella del documento, arrivata dopo le polemiche sulla scelta dell’assessore Lombardo, sintomo che nel partito c’è disagio e insoddisfazione. Tra le firme spiccano l’assessore ’ribelle’, appunto, ma anche Alberto Aitini tra i candidati alle primarie. E poi l’ex segretario del Pd bolognese, Francesco Critelli, oggi nella corrente di Base riformista (quella di Lotti e Guerini), i consiglieri regionali Stefano Caliandro e Giuseppe Paruolo. Ma anche l’assessora Virginia Gieri; i consiglieri Luisa Guidone, Piergiorgio Licciardello (che ieri ha invocato la libertà di voto alle primarie, via Facebook), Raffaella Santi Casali, Vinicio Zanetti. Il sindaco di Anzola dell’Emilia, Giampiero Veronesi, e il presidente del Quartiere Borgo Panigale-Reno, Vincenzo Naldi.

Nel testo, non si prendono le distanze né dal Pd, né dalla guida del neosegretario Enrico Letta, in cui "la comunità di iscritti ed elettori si riconoscono", ma "la forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare a Bologna in vista delle prossime elezioni amministrative". A finire sotto accusa "uno stillicidio di rinvii e tentennamenti", dove "quel percorso che ha visto anche la consultazione degli iscritti nei circoli, risulta ora in larga parte disatteso. Nei nove mesi che sono trascorsi dalla direzione del luglio 2020 – continua il testo – non sono state costruite le condizioni politiche per offrire un quadro unitario, una coalizione di governo, né una piattaforma programmatica rivolta al futuro della città".

I firmatari, poi, puntano il dito sulle consultazioni del partito (vinte da Aitini), praticamente ignorate: "Nulla di quanto emerso nelle consultazioni è stato restituito ad iscritti ed elettori, a partire dal risultato dei candidati per proseguire con l’indicazione chiara delle priorità programmatiche emerse dai nostri iscritti, che oggi si sentono traditi ed utilizzati per accordi di correnti e di potere".

Insomma, è la chiosa degli esponenti dem, "ci troviamo di fronte a un percorso in cui è difficile riconoscerci, essendo venute meno le condizioni di trasparenza, coerenza e lealtà che dovrebbero invece caratterizzare sempre la nostra realtà politica". Non vengono, invece, rinnegate le primarie di coalizione, così "come indicato dal segretario Letta, con un patto tra tutti i candidati perché si sostenga lealmente chi vince, nella consapevolezza che l’avversario da battere alle prossime elezioni è la destra e che al centrosinistra spetta garantire il buon governo della città". E concludono: "La sfida amministrativa non è scontata, anche a causa della rabbia sociale che aumenta rispetto agli effetti socio-economici della pandemia sanitaria".

Parole che piombano come pietre in un contesto già, di per sé, complicato. Nulla è servito il tentativo dei segretari Pd provinciale e regionale, Tosiani e Calvano che, ieri, dopo l’uscita di Lombardo, hanno rilasciato una nota in accordo con il Pd nazionale (e vista la presenza di Calvano, si fa notare, anche Stefano Bonaccini approva): "Sostenere il candidato di un partito diverso dal Pd significa "non riconoscere il valore della nostra comunità, che merita più rispetto". La base dem ha bisogno di lealtà – è il ragionamento – "da parte di chi ricopre incarichi istituzionali e di partito", come Lombardo.

"Tutti i dirigenti sono i primi ad essere in debito con loro – continua la dichiarazione – con chi sarà in prima linea per organizzare e promuovere anche queste primarie". Ma non viene sminuito il valore dei gazebo: "Saranno l’occasione per aprirsi alla città. Il centrosinistra ne uscirà rafforzato, arricchito e pronto per la campagna elettorale" in vista del voto di ottobre, "consapevoli che il nostro avversario è la destra". E – si fa notare dalla federazione – come "grazie al lavoro delle primarie si può costruire il centrosinistra largo, forse unica città in Italia".

Il responsabile organizzazione del Pd, Stefano Vaccari, conferma: "Concordo con Tosiani e Calvano in toto. In questi casi e in altri – aggiunge – esiste uno statuto etico di cui si deve tenere conto". E, dal Nazareno, non è escluso che domani sia lo stesso Letta a rimarcare il concetto nella diretta Facebook con Matteo Lepore.

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In serata, però, torna a parlare lo stesso Lombardo, ospite in tv a Dedalus con Isabella Conti: "La disciplina di partito? Vale per le elezioni, non per le primarie", taglia corto. E, in diversi, infatti, ricordano come esponenti Pd nel passato sostennero Amelia Frascaroli (rivale di Merola nel 2011) o l’attuale sindaco di Sasso Marconi non iscritto al Pd, Roberto Parmeggiani.

Ma le fibrillazioni non sono finite. Ieri anche altri esponenti dem, dal vicepresidente del quartiere Savena, Simone Montanari, feudo di Matteo Lepore, alla presidente della commissione Sanità a Palazzo d’Accursio Caterina Manca, si sono spostati sul fronte ’isabelliano’, mentre intanto resta il malumore del Pd di San Lazzaro. Visto che sul comune incombe il commissariamento, i dem locali chiederanno un incontro alla sindaca per chiarimenti. Il segretario dem Dario Mastrogiacomo all’ Italpress annuncia "che domani (oggi, ndr ) c’è un incontro della maggioranza e potrebbe essere il momento giusto".

La Conti, dalla sua, replica in tv sul tema, dando la road map : "Se vinco, do le dimissioni da San Lazzaro a inizio luglio. E così il Comune può andare al voto in ottobre", insieme a Bologna. In pratica, il commissariamento sarebbe di un mese solo e non più fino a maggio 2022.

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