PoliticaRenzi, a Bologna chi sta con lui. E chi ci sta pensando

Renzi, a Bologna chi sta con lui. E chi ci sta pensando

La base resta con il Pd: solo Di Noi e Mazzetti lasceranno. Ore decisive per la sindaca Conti

Matteo Renzi e Isabella Conti (foto Schicchi)

Matteo Renzi e Isabella Conti (foto Schicchi)

Bologna, 18 settembre 2019 - La scissione renziana non provocherà terremoti all’interno del Pd bolognese. Al momento, infatti, in uscita dal partito ci sarebbe solo l’area che ha sostenuto Roberto Giachetti all’ultimo congresso; e – tra gli amministratori – l’unico nome di punta a rischio è quello del primo cittadino di San Lazzaro, Isabella Conti. Per il resto, il partitone non dovrebbe subire altre perdite.

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Al di là delle persone, però, la preoccupazione è palpabile: all’orizzonte ci sono le incertissime elezioni regionali e, come sintetizza per tutti il sindaco Virginio Merola, «dopo una separazione il conto nell’urna non è mai uguale a prima e l’unico risultato sarà aumentare il bacino degli astenuti». Ieri non ci sono stati addii ufficiali, ma per i ‘giachettiani’ la strada è ormai segnata. Se ne andrà Davide Di Noi, membro della direzione nazionale e coordinatore dei comitati voluti da Renzi nei mesi scorsi. Con lui anche Stefano Mazzetti, ex sindaco di Sasso Marconi, mentre il punto interrogativo più grande riguarda proprio la Conti, confermata alle ultime amministrative con l’80%.

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Renzi l’ha elogiata pubblicamente solo qualche giorno fa per l’azzeramento delle rette dei nidi e il feeling tra i due è tale da tempi non sospetti. Tuttavia, la scelta di abbandonare i dem ancora non sarebbe stata presa al 100%. 

Resterà nel Pd, invece, Francesco Critelli, oggi parlamentare molto vicino a Luca Lotti; e non si muove, almeno per ora, nemmeno l’area di ‘Per Davvero’ che fa capo al consigliere regionale Giuseppe Paruolo e a quelli comunali Raffaella Santi Casali e Piergiorgio Licciardello.

Il gruppo si riunirà lunedì per fare il punto della situazione e chiederà ai vertici dem di scongiurare un ritorno al passato. La stessa posizione di Merola: «Andarsene è un errore – ha ribadito il sindaco –: ora Zingaretti dimostri subito che il futuro è un campo democratico aperto e non una sinistra chiusa alla nostalgia dei Ds». La necessità, inoltre, è quella di chiarire il campo in fretta, soprattutto perché questi sono giorni cruciali per la composizione delle liste per le prossime Regionali.

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«Bisognerà fare un’operazione verità», è la richiesta del capogruppo dem in Regione, Stefano Caliandro: «Chi sta nel Pd deve crederci, perché questo partito non è un autobus». Tradotto: quei renziani in bilico tra restare o andarsene si decidano ora, senza aspettare il via libera delle liste. In questo passaggio delicato, il segretario Luigi Tosiani sta cercando di tenere insieme le anime del partito: l’accordo tra i ‘martiniani’ guidati dal parlamentare Andrea De Maria e i più vicini a Zingaretti, come l’altro deputato Gianluca Benamati e il sindaco Merola per ora sta tenendo.

Ma reclamano spazio l’area dell’ex segretario Critelli, in cui figura l’assessore Alberto Aitini, ‘ReteDem’ di Antonio Mumolo e Sergio Lo Giudice e appunto ‘PerDavvero’ che spinge per la riconferma di Paruolo in viale Aldo Moro.  

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