Bologna, Renzi e Prodi: faccia a faccia alla John Hopkins / VIDEO

La battuta del neosegretario Pd: "Sono seduto alla sinistra di Romano Prodi, stranamente..."

Prodi-Renzi alla Johns Hopkins (Fotoschicchi)

Prodi-Renzi alla Johns Hopkins (Fotoschicchi)

Bologna, 12 maggio 2017 -  "Sono seduto alla sinistra di Romano Prodi, stranamente". "Dipende dal lato dal lato dal quale si guarda". Questo spiritoso botta e risposta, fra il neoeletto segretario del Pd Matteo Renzi e l'ex presidente della Commissione europea, ha aperto l'incontro alla John Hopkins (VIDEO) sull'esito delle presidenziali francesi, alla presenza, fra gli altri, del noto politologo della parigina Science Po, Marc Lazar.

Renzi, tra l'altro, giunto in via Belmeloro in lieve ritardo dopo la partecipazione, insieme al ministro Fedeli, alla conferenza sulla riforma della scuola del teatro Testoni, si è seduto poco prima che squillasse il telefono di Prodi, la cui suoneria europeista (l'Inno alla Gioia di Beethoven) ha suscitato una certa ilarità.

"Invidiamo Macron - ha spiegato il segretario democratico - perché quando noi proponemmo il ballottaggio fummo accusati di autoritarismo, quando invece è uno strumento di democrazia". Spostandosi sul fronte dei rapporti con l'Europa, poi, Renzi ha definito l'asse franco-tedesco "sacrosanto ma non sufficiente" e, su legge elettorale e durata della legislatura, si è detto "totalmente d'accordo con Prodi".

Il fondatore dell'Ulivo, infatti, poco prima aveva sottolineato come "ci sia il tempo per fare una buona legge, nella speranza che l'attuale esecutivo possa giungere alla sua naturale scadenza". Sulle vicende francesi, invece, Prodi ha rimarcato "soddisfazione per la vittoria di Macron, mitigata dalla constatazione della crescita del fronte populista", in una battaglia che "non è solo fra europeisti e antieuropeisti ma, più precisamente, fra globalisti e sovranisti".

Dello stesso avviso si è mostrato anche Lazar, che, prima dell'arrivo di Renzi, ne aveva delineato la grande distanza dallo stesso Macron, dicendo che "il primo ha tentato l'assalto al proprio partito, mentre il secondo ha creato un proprio movimento". Sul futuro politico di "En marche!", infine, l'ultima parola è stata sempre di Lazar, che ha ricordato come "il vero scoglio" siano le prossime elezioni legislative d'oltralpe, "in un quadro istituzionale rivoluzionato dalla crisi, ormai evidente, dei partiti tradizionali".

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