Risultati elezioni politiche Bologna: il Pd blinda ancora il Senato e sfiora il 30%

Dem primo partito in controtendenza con il resto d’Italia. Sale Fd’I, crolla la Lega. Sorpresa Cinque Stelle. La lista della Meloni oltre il 20%

Il voto a Bologna per le elezioni politiche

Il voto a Bologna per le elezioni politiche

Bologna, 26 settembre 2022 - Come nel 2018, se c’è un posto dove il Pd distende il viso, quasi sorride, è Bologna. Al Senato nella notte è suonato il corno dal Fosso di Helm, o in questo caso dal Fosso del Meloncello, con il Pd che totalizza un lusinghiero 30% (29,95%) su Bologna e provincia, che vuol dire anche che i dem ritirano la coccarda di primo partito, in controtendenza con lo tsunami da destra che ha travolto l’Italia e il resto dell’Emilia-Romagna. Pier Ferdinando Casini vince l’uninominale e la sfida con Vittorio Sgarbi (centrodestra) nel cuore della notte. A sospingere il critico d’arte è il poderoso risultato di Fratelli d’Italia, saldamente il secondo partito a Bologna con il 21,71%.

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Scende pesantemente rispetto alle tornate precedenti invece la Lega, ferma al 5,81%, mentre parerebbe appena i colpi Forza Italia con il 4,34%.

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Nella coalizione di centrosinistra: bene Sinistra e Verdi al 6,04%, mentre Più Europa galleggia al 3,76%, con Impegno civico di Di Maio che naufraga allo 0,32%. Dietro le due grandi coalizione sgomitano Cinque Stelle e Terzo Polo. Fabio Selleri, consigliere comunale M5s a Castenaso reggerebbe l’urto ben oltre le più rosee aspettative con il 10,86%, mentre l’ex assessore del Pd Marco Lombardo, da qualche mese con Calenda nel progetto di Azione, si attesterebbe, al momento, al 9,36%.

Il flusso dei voti

Quello che sarebbe potuto avvenire, è avvenuto. Pur difendendo vittoriosamente un collegio considerato in premessa assolutamente blindato, il Pd ha patito nel voto di lista la crescita, inizialmente fuori programma, del Movimento Cinque Stelle. Il quasi 11% pentastellato si può considerare un successo, soprattutto ricordando che a Bologna il vertice storico del partito, rappresentato da Massimo Bugani attuale assessore della giunta Lepore, da qualche mese era passato ad Articolo 1. Di certo però quell’emorragia di voti dal Pd ai Cinque Stelle non è stata dirompente: Casini, nonostante gli ipotetici scossoni, al momento della chiusura potrebbe vincere con slancio fermandosi tra il 38 e il 40%. Spolpati da Fd’I risultano gli alleati Lega e Forza Italia, mentre non sfigura il Terzo Polo, che però potrebbe soffrire il sorpasso a sorpresa dei grillini.

L'ultima volta

Completamente differente, ma ovviamente stiamo parlando di un’altra era politica visto che intanto è subentrato il taglio ai parlamentari (da 315 a 200 il calo dei senatori), è lo scenario che si presentava il 5 marzo del 2018, all’indomani delle scorse Politiche. Su Bologna e provincia il Pd, che appoggiava il vincente Pier Ferdinando Casini, si fermò al 28,15%, mentre per il centrodestra Fd’I all’epoca era appena al 3,48%, con la Lega al 13,99% e Forza Italia al 9,75% (tutti appoggiavano all’uninominale Elisabetta Brunelli). Il Movimento, invece, si fissò al 22,25%. Al plurinominale 01 invece (che teneva dentro sempre le province di Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) il Movimento Cinque Stelle totalizzò il 27,08%, in forza di 352.900 voti, seguiva il Pd al 26,92% (350.929 voti), poi la Lega al 18,23% e Forza Italia al 10,01%. All’epoca Sandra Zampa (Pd) perse all’uninominale di Ferrara contro Alberto Balboni (Fd’I), stavolta entrambi dovrebbero essere eletti.

Gli eletti

Gli eletti papabili nei listini ‘bolognesi’, Il Pd dovrebbe portare in Parlamento Sandra Zampa e Daniele Manca (dovrebbe scattare un seggio anche per la terza nel listino, Proni), nutre speranze anche Marco Croatti (M5s). Sicuro Alberto Balboni (Fd’I), vicina al sì Lucia Borgonzoni (Lega), può farcela anche Anna Maria Bernini (FI), mentre la vera sorpresa potrebbe essere l’elezione di Marco Lisei (Fd’I), attualmente consigliere regionale.

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