
La foto della 'Passeggiata' della Rete dei Patrioti in Stazione (Facebook)
Bologna, 4 luglio 2025 – Il caso delle ‘ronde nere’ organizzate da Bulaggna – La Rete dei patrioti continua a far discutere. E la Digos ha intercettato, seguito e identificato i partecipanti alla marcia dei patrioti, che mercoledì sera hanno fatto una ronda, con magliette nere con i simboli delle Ss, dopo che il Comune aveva chiesto alle autorità il rispetto della legge. Del fatto è stata informata anche l'Autorità giudiziaria.
La “Passeggiata per la sicurezza” di mercoledì sera con tanto di magliette “educazione felsinea” e un teschio con le tibie incrociate che ricorda il simbolo dalle Ss tedesche in piazza Medaglie d’Oro, stazione e dintorni, aveva fatto infuriare ieri il deputato Pd Andrea De Maria che ha condannato l’episodio ‘senza se e senza ma’: “Sono immagini che amareggiano e preoccupano, a Bologna, città Medaglia d'oro della Resistenza, e in particolare in quel luogo, la stazione di Bologna, scolpito drammaticamente nella memoria del Paese. La sicurezza dei cittadini la garantiscono le forze dell'ordine. ‘Ronde’ come queste sono evidentemente motivo di insicurezza e di allarme. Auspico che le autorità competenti garantiscano il pieno rispetto della legalità e la sicurezza di luoghi pubblici e sensibili di fronte ad episodi come questo".
Le parole della Rete dei Patrioti
Parole che non sono andate giù alla Rete dei Patrioti che, stamattina, tramite il portavoce provinciale Stefano Colato, avevano controreplicato: “E’ na vera e propria ossessione quella dell'onorevole De Maria per le nostre passeggiate. Non è infatti la prima volta che il deputato del Pd ci attacca per le nostre ‘passeggiate’ facendoci pensare che probabilmente il suo ruolo nella politica sia questo, visto che non è noto per altre motivazioni. I suoi attacchi sono la lampante dimostrazione della totale mancanza di argomenti dell’attuale sinistra italiana che campa esclusivamente di antifascismo. Fa invece piacere leggere i commenti di tante persone che sono schierate con noi”.
Lo scontro con De Maria
Per Colato “i bolognesi sono stanchi, esausti, di non poter girare tranquillamente per la propria città senza rischiare di dover assistere o venire coinvolti nei quotidiani atti di violenza che si susseguono in zona stazione e, ci dispiace per De Maria, sono molto più preoccupati nel fare uscire la propria figlia di notte che di un teschio su una maglietta”. Da qui, il portavoce delle ‘ronde nere’, avvisa sinistra e oppositori: “Le nostre passeggiate continueranno, ce lo chiedono i cittadini bolognesi, sono anni che le facciamo e non è mai e dico mai successo un episodio di violenza, per noi fare politica vuol dire dare un servizio ai cittadini bolognesi, per voi solo una manciata di voti”.
Il dem Di Stasi all’attacco
Sul tema è intervenuto anche il segretario provinciale del Pd, Enrico Di Stasi, preccupato “da un'organizzazione di destra estrema che, senza alcuna autorità e senza che nessuno gli abbia assegnato alcun incarico, si è sostituita alle forze dell'ordine”. Da qui, il dem ha insistito: “Questa organizzazione non è nuova a tentativi di avvelenamento del clima di convivenza pacifico e sereno di Bologna e continua ad offendere la comunità bolognese con atteggiamenti e comportamenti che si richiamano chiaramente al fascismo, creando disagio e allarme nella nostra città che è Medaglia D'Oro della Resistenza e si ispira, al contrario, a valori di accoglienza, tolleranza e democrazia”. Da qui, Di Stasi ha ricordato il novembre del 2024, “quando la Rete dei Patrioti pretese di organizzare un presidio vicino alla stazione di Bologna, offendendo e mancando di rispetto al luogo del più grave attentato fascista della storia repubblicana e alle vittime della strage del 2 agosto 1980. In quell'occasione, la città, l'amministrazione e la politica reagirono con fermezza e sono pronte a farlo tutte le volte che organizzazioni di questo tipo creeranno allarme e insicurezza, ostacolando il lavoro delle forze dell'ordine, uniche autorizzate a mantenere l'ordine e la sicurezza in città. I simboli da loro ostentati, come il teschio con le tibie incrociate, emblema delle SS naziste, o la scritta 'Educazione felsinea', richiamano in modo palese a un passato ripugnante e vergognoso di cieca violenza e infami autoritarismi, per sconfiggere i quali tante persone hanno dato la vita”. Insomma, ha concluso il dem “non staremo a guardare mentre la nostra città viene ferita e minacciata da nostalgici del Ventennio che qui non hanno nessuna cittadinanza”.
Si è poi aggiunto al coro Paky Tiani, segretario dei Giovani democratici di Bologna: “A pochi giorni dalla sentenza che segna un ulteriore passo verso la verità e la giustizia sulla Strage del 2 Agosto 1980, un gruppo di sedicenti “patrioti” ha deciso di inscenare una ronda nella stazione di Bologna, arrogandosi il diritto di esercitare giustizia privata. Sulla schiena il simbolo delle SS, l’emblema più brutale dell’invasione nazista, di cui il fascismo fu complice e alleato. Un oltraggio alla memoria della nostra città e di chi ha pagato con la vita il prezzo della libertà. Siamo al fianco dell’amministrazione comunale perché queste ronde non sono episodi isolati, ma il frutto di un disegno politico preciso, portato avanti da una destra che strizza l’occhio a certe derive e legittima l’idea che la sicurezza possa essere delegata a gruppi di privati”.
La Questura
Dalla Questura, intanto, comunicano come la Digos fosse al corrente dell’iniziativa della Rete dei patrioti e abbia monitorato la ‘passeggiata’. I protagonisti della ronda, senza striscioni e senza gridare slogan, sono comunque stati identificati dalle forze dell’ordine presenti sul posto. Il gruppo era composto da una decina di persone.