Ex caserme Bologna, svolta per la Sani e la Staveco

Accordo tra Comune e Governo per l'area in zona Stalingrado. E il ministro Bonafede accelera per la cittadella giudiziaria

La firma tra Fabrizio Palermo, ad di Cassa depositi e prestiti, e il sindaco Merola

La firma tra Fabrizio Palermo, ad di Cassa depositi e prestiti, e il sindaco Merola

Bologna, 5 febbraio 2020 - Mai perdere la speranza. Dopo oltre dieci anni di annunci a vuoto e nessun sostanziale passo avanti, sembra finalmente muoversi qualcosa per le ex caserme dismesse. La più vicina a vedere la luce del tunnel è la Sani : l’area di 150mila metri quadri in zona Stalingrado, fino a poche settimane fa occupata dal centro sociale Xm24. Ma novità in arrivo potrebbero riguardare anche la Masini di via Orfeo (in procinto di essere venduta) e la Mazzoni in zona Murri. E’ l’effetto del protocollo d’intesa siglato a Palazzo d’Accursio tra il sindaco Virginio Merola e Fabrizio Palermo, ad di Cassa Depositi e Prestiti, la società del Ministero dell’Economia che detiene la proprietà delle aree. Al di là delle firme di rito, l’impressione (e la speranza) è che effettivamente ci sia stato un cambio di passo: ovvero una volontà da parte di Roma di impegnarsi a fondo nella riconversione delle ex caserme, elefanti del passato che non hanno trovato una seconda vita.

Sulla Sani le prospettive sono rosee. "Col Comune stiamo marciando a tappe forzate, abbiamo accelerato e l’anno prossimo potremmo iniziare i lavori", l’annuncio di Palermo. L’investimento è importante: oltre 100 milioni, forse 110, che vedranno Cdp protagonista in prima persona e l’ingresso di potenziali partner e investitori sui quali, però, per ora resta un velo di riservatezza. Il progetto di recupero dell’area prende forma dal concorso internazionale di progettazione bandito nei mesi scorsi e vinto dallo studio belga Dogma: sono previsti nuovi insediamenti abitativi, uno studentato, appartamenti per giovani coppie e servizi e residenze per gli anziani, oltre soprattutto a una vasta area verde. Merola l'ha definita "una cittadella intergenerazionale della solidarietà", mettendo in luce il rapporto tra giovani e anziani, che rappresentano due delle categorie più a rischio nel prossimo futuro. A metà dicembre, Cassa Depositi e Prestiti ha presentato in Comune la proposta di Piano attuativo e ora – spiega il sindaco – "abbiamo 90 giorni di tempo per analizzarla e dare la nostra risposta". Nel percorso sarà coinvolta anche la Sovrintendenza e al termine "partirà l’iter che dovrà portare a una convenzione e alla firma definitiva sulle destinazione nel progetto".

Dalla soddisfazione del primo cittadino, tuttavia, è facile comprendere come il Comune spingerà forte per chiudere la partita sull’area, che in passato è stata anche carnificio e deposito alimentare dell’esercito, prima di essere dismessa definitivamente nel 2003. L’accordo siglato con Cdp chiude anche un periodo difficile a livello di rapporti. Solo la scorsa estate, Merola era sbottato contro il silenzio dei proprietari delle aree dismesse (compresi Invimit e il Demanio): "I progetti ci sono, ma forse ho sbagliato a fidarmi dello Stato". Oggi i rapporti sono molto migliorati: "In passato ci sono state polemiche e forse sono servite a intendersi meglio. Ora, infatti, c’è piena unità di intenti per lavorare nell’interesse della città".

Nell’intesa, si mette nero su bianco la disponibilità a usi temporanei delle strutture (che, però, dovranno prima passare da un piano di caratterizzazione in caso di necessità di bonifiche o altri interventi) e, inoltre, Cassa Depositi e Prestiti metterà a disposizione del Comune i propri tecnici: progettisti e ingegneri che lavoreranno al fianco delle imprese del territorio su ricerca, export e crescita, e di Palazzo d’Accursio su progetti di mobilità, a cominciare da quello del tram. Infine, Cdp aprirà una propria sede distaccata in città nei prossimi mesi: un ufficio da 500 metri quadri in zona stazione per controllare da vicino l’avanzamento delle singole partite, perché – come spiegavano i tecnici romani – "ogni giorno che passa per noi rappresenta una perdita di valore degli investimenti".

Novità in arrivo, poi anche sulla Staveco: qualcosa, infatti, si muove anche nella realizzazione della nuova cittadella della giustizia. A confermarlo è stato il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che ha inserito il progetto sotto le Due Torri tra quelli che il suo Ministero porterà avanti nei prossimi anni, parlando anche di tempi di realizzazione "non eccessivamente lunghi"

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