Segreteria Pd Bologna, Tosiani corre. "E riparto dai circoli"

Il numero due del partito: “Dobbiamo ripartire dai circoli, dal territorio. Con più cuore e meno paura”

Luigi Tosiani, vicesegretario provinciale del Pd

Luigi Tosiani, vicesegretario provinciale del Pd

Bologna, 27 settembre 2018 – «Sarò al fianco dei circoli e sul territorio per costruire un nuovo percorso comune per il Pd: non c’è più tempo da perdere, perché la nostra ossessione devono diventare le elezioni amministrative del prossimo anno». Luigi Tosiani svela programma e ambizioni: numero due del partito fino al terremoto che domenica ha portato alle dimissioni di Francesco Critelli, conferma di essere pronto a guidare una delle federazioni più importanti d’Italia. Passando anche da un’eventuale conta in assemblea provinciale, fa intendere: «In questo momento avremmo bisogno di unità, ma io ci sono».

Tosiani, se sarà eletto, come immagina il suo Pd?

«Con più cuore e meno paura, guardiamoci intorno: abbiamo bisogno di fare una battaglia in mare aperto e non discussioni di retroguardia. E io mi sento addosso questa responsabilità con forza».

Per prima cosa ha scritto una lettera ai circoli sul territorio. Per quale ragione?

«Voglio incontrarli e ascoltarli, ripartire da loro per un nuovo progetto comune. C’è il delicato tema degli affitti e prometto che sarò al loro fianco per affrontarlo, ma soprattutto ci sono le elezioni in decine di Comuni il prossimo anno: dovranno essere la nostra ossessione, i nostri tanti bravi amministratori dovranno sentirci al loro fianco, solo loro il primo argine a questo governo disastroso».

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Prima obiezione: non teme di apparire come chi ha promosso un ribaltone e poi ha preso il posto del ‘capo’?

«Veramente io non ho promosso proprio nulla, anzi ringrazio Francesco Critelli per il lavoro svolto insieme. In questi anni ho lavorato generosamente nell’interesse del partito, offrendo il mio impegno e le mie capacità non certo per un percorso personale e senza mai chiedere in cambio nulla. Faccio notare che non sono mai stato candidato a niente».

Seconda obiezione: non rischia di apparire come il candidato scelto dai ‘caminetti’ e di perdere di autonomia?

«So di avere un carattere gentile e misurato, preferisco il dialogo allo scontro e non riesco a rinunciare all’idea di fare sempre squadra, ma sono fortemente determinato. Cinque anni fa mi candidai alla segreteria del Pd praticamente contro tutti, sono per spazzare i caminetti e accendere la fiamma della passione politica, senza guardare a filiere o correnti, ma a capacità e competenze».

Quali sono le priorità più urgenti per il partito?

«Tornare a far correre veloce questa macchina attraverso una presenza perpetua di idee, ma anche fisica. Io continuerò ad andare sui territori, per far vivere il Pd anche lontano da Palazzo d’Accursio, ma dobbiamo affiancare a questo anche una vitalità di idee che riparta dall’opposizione al governo: il Pd deve tornare a dialogare con la società, con i corpi intermedi e le associazioni, costruendo un campo largo di cui sia perno e non una realtà autoreferenziale. In Italia come a Bologna».

Come intende schierarsi nel congresso nazionale?

«Intanto vorrei che si facesse, sarebbe l’opportunità per ripartire. Circolano nomi tutti di valore, ma aspetterò le candidature e poi naturalmente dirò la mia preferenza».

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