Spese pazze in Regione, Bonaccini esce dalla Procura: "Sono sereno, vado avanti"

Contestate a Bonaccini 4mila euro di spese e 5.500 a Richetti. Il portavoce Giovannini, risponde alle critiche sui tempi dell'inchiesta che vede indagati Richetti (che si ritira dalle primarie Pd e pubblica un videomessaggio) e Bonaccini (che resiste) Bonaccini esce dalla Procura VIDEO/FOTO

Bonaccini esce dalla Procura (Schicchi)

Bonaccini esce dalla Procura (Schicchi)

Bologna, 10 settembre 2014 - Stefano Bonaccini è stato ascoltato in Procura dai magistrati (VIDEO) che si occupano dell'inchiesta sulle spese pazze in Regione. Il segretario regionale del Pd nonché candidato alle primarie per la presidenza di viale Aldo Moro si è presentato nel primo pomeriggio insieme al suo avvocato professor Vittorio Manes e ha rilasciato alcune dichiarazioni agli inquirenti.

E' poi uscito spiegando ai cronisti la sua posizione. Poco meno di quattromila euro tra rimborsi chilometrici, cene e pranzi. Questa la cifra che la Procura di Bologna contesterebbe a Stefano Bonaccini. Tra le contestazioni non risulterebbe la vicenda di una sua segretaria che avrebbe lavorato alla sede del Pd ma sarebbe stata pagata coi soldi del gruppo regionale.  A Bonaccini non sarebbero state contestate spese personali, piuttosto conti a carico del gruppo regionale per attività spacciata come istituzionale, ma in realtà inerente al suo ruolo politico (è segretario regionale uscente). Sul punto però Bonaccini insiste: "Le spese erano tutte inerenti alle attività amministrative e al rapporto con il territorio". Davanti ai pm "abbiamo fornito chiarimenti e siamo fiduciosi che siano accolti per poter proseguire" la campagna per le primarie, dice il candidato. Per il legale Vittorio Manes le contestazioni della Procura riguardano "una semplice mancanza di motivazione specifica" sulla quale il diretto interessato "ha dato i dovuti approfondimenti".

E intanto sempre Bonaccini  ha tweettato "Piena fiducia nei giudici e nei miei comportamenti"  poco dopo essere stato sentito dai pm. Quanto all'altro candidato, Matteo Richetti, ritiratosi ieri dalla competizione e anche lui indagato per peculato nella stessa inchiesta, dice di non avere dubbi: "Saprà tranquillamente giustificare ogni eventuale addebito che gli venisse rivolto. L'ho conosciuto in questi anni, è una persona perbene". Per quanto riguarda il suo passo indietro, Bonaccini ne dà una spiegazione più politica: "Credo che abbia addotto motivi inerenti a scelte personali, legati anche all'idea che servisse una candidatura politica che potesse tenere insieme ciò che io e Matteo abbiamo rappresentato in questi anni". E cioè "un'area che e' stata molto vicina alla candidatura di Matteo Renzi alle ultime primarie per il segretario nazionale". In ogni caso, conclude, "non voglio parlare per Richetti al quale ribadisco stima, affetto e amicizia". 

Ammonterebbero a  5.500 euro le spese ritenute illecite e contestate dai pm a Matteo Richetti. Tra le spese contestate ci sarebbero due notti in albergo a Riva del Garda, circa 500 euro in tutto, in due distinte occasioni. Poco prima il portavoce della Procura, Valter Giovannini aveva così risposto alle critiche sui tempi dell'inchiesta sulle "spese pazze" dell'Assemblea legislativa che ha azzoppato le primarie Pd per la presidenza della Regione.  "La Procura ha lavorato anche in agosto",  è stato il suo commento. 

 

 

"Le istanze per conoscere eventuali procedimenti a loro carico - ha spiegato il portavoce della Procura Valter Giovannini - sono state presentate rispettivamente lunedì e martedì dai difensori di Bonaccini e Richetti "i quali hanno immediatamente ottenuto le certificazioni richieste". Questi, conclude, "i fatti. Noi continueremo a lavorare con serieta' e in silenzio". L'indagine e' suddivisa in fascicoli e ciascun fascicolo riguarda un gruppo consiliare. Poi all'interno ci sono 'sottofascicoli' per ogni posizione individuale: questi, secondo quanto si apprende, sono quelli a cui hanno potuto accedere i due legali. Ad oggi, Richetti e Bonaccini risultano gli unici consiglieri ad aver fatto l'istanza per conoscere la propria posizione. Bonaccini avrebbe gia' formalizzato alla Procura la richiesta di essere ascoltato, ed e' possibile che anche Richetti lo faccia.

L'inchiesta della Procura di Bologna sulle 'spese pazze' dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna riguarda tutti i gruppi consiliari.  Sotto la lente scontrini e rendiconti delle spese messe a rimborso dai consiglieri nel periodo compreso tra maggio 2010 e dicembre 2011. Nell'ottobre del 2013 sono stati poi indagati per peculato i nove capigruppo (in carica nel periodo oggetto di verifiche) dei partiti in Regione. Le nuove iscrizioni, oltre agli 8 consiglieri del Pd (tra cui Bonaccini e Richetti) riguardano anche altri partiti e potrebbero aumentare prima della chiusura delle indagini. Non e' ancora chiaro il numero complessivo degli indagati: mancherebbero alcuni tasselli su alcune singole posizioni.

Quindi, nessun passo indietro, almeno per il momento per Stefano Bonaccini che rimane in corsa per le primarie del centrosinistra. Intanto l'ex premier Romano Prodi fa sapere che "ogni ipotesi relativa a un mio coinvolgimento nella partita della presidenza della giunta regionale dell'Emilia-Romagna è totalmente destituita di fondamento visto che non sono disponibile a nessun incarico, nazionale o locale". Questo almeno quanto precisato in una nota dell'ufficio stampa di Romano Prodi.

 

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