ROSALBA CARBUTTI
Politica

Strage di Natale, Lepore: “Qualcuno ha ancora paura della verità”

Il convegno alla Camera del Lavoro di Bologna a 40 anni dall’attentato del Rapido 904. Michele Bulgarelli (Cgil): “Servono corsi di formazione obbligatoria nelle aziende per parlare della Storia e dei suoi punti oscuri”

Bologna, 7 dicembre 2024 – C’è un filo nero che lega la strage del 2 agosto a quella del Rapido 904 di cui ricorrono i 40 anni il 23 dicembre. Al centro del convegno alla Camera del Lavoro di Bologna, in via Marconi, a 40 anni dalla strage di Natale del treno Napoli-Milano, si è parlato della zona grigia dei rapporti tra terrorismo nero, mafie e servizi segreti. E della necessità di fare squadra per arrivare alla verità.

Il sindaco Matteo Lepore ha aperto l’incontro ricordando la necessità che “questa strage abbia la visibilità che merita”, e che si faccia luce sui “lati ancora oscuri”, a 40 anni di distanza, di quel lontano 23 dicembre 1984 che vide la morte di 17 persone e 267 feriti.

Il sindaco Matteo Lepore all'incontro "Dal 2 agosto 1980 alla strage del Rapido 904-La 'zona grigia' dei rapporti tra terrorismo nero, mafie e servizi segreti"
Il sindaco Matteo Lepore all'incontro "Dal 2 agosto 1980 alla strage del Rapido 904-La 'zona grigia' dei rapporti tra terrorismo nero, mafie e servizi segreti"

“Qualcuno ha ancora paura della verità, dobbiamo avere anticorpi. Aveva ragione il sindaco Zangheri quando, dopo l’attentato all’Italicus, disse che gli eredi di Marzabotto possono ancora tornare”, sottolinea il sindaco, facendo anche riferimento alla bomba del 2 agosto. “Il nostro obiettivo, come diceva Dossetti, è farci sentinelle, vigilare. E continueremo a farlo”, conclude il primo cittadino. D’accordo Michele Bulgarelli, segretario generale della Cgil di Bologna, che ha concluso i lavori: “Come sindacato confederale proviamo a prenderci cura della memoria, per moltiplicare gli anticorpi di cui c’è tanto bisogno. Servono corsi di formazione obbligatoria nelle aziende per parlare di storia e dei punti oscuri delle stragi e un’ora delle nostre assemblee dovremmo dedicarla a questi temi. Il nostro sindacato deve restare ancorato alla nostra storia. E le piazze del 29 novembre, devo dirlo, erano piene di anticorpi”.

Chiede visibilità Rosaria Manzo, presidente dell’associazione famigliari delle vittime del Rapido 904 e figlia dell’allora macchinista del treno, sopravvissuto, ricordando le difficoltà di fare memoria, perché “l’esplosione del Napoli-Milano è avvenuto in una galleria, in un non luogo, mentre la bomba di Bologna in città: voi siete fortunatissimi”, dice rivolgendosi anche a Lepore, “perché c’è maggiore partecipazione. Ma ciò che conta è ricordare che le stragi non appartengono a una città, ma a tutto il Paese”.

Il faro resta acceso sulla ricerca di verità “ci manca un pezzettino”, ma non è facile, insiste, perché “la strage del 1984 è un collante tra il prima e il dopo: tra le stragi di Stato, come quella di Bologna del 1980, e quelle di mafia”. Alessandro Santoni, sindaco di San Benedetto Val di Sambro, interviene commosso: “Non c’è mai un tempo limite in cui il dolore si può lenire”, ricordando che per la commemorazione l’impegno è sempre quello di farla invitando le scuole, per non perdere la memoria.

Un tema questo sollevato da Paolo Lambertini, vicepresidente dell’Associazione famigliari delle vittime del 2 Agosto, che punge l’esecutivo: “In due anni di questo governo, non c’è stato un tavolo per promuovere iniziative per raccontare questi fatti nelle scuole. Non c’è solo un filo nero che unisce queste stragi, ma bisogna tenere tutto insieme, tutto collegato, provando ad allargare di più la visione…”.

Nicola Ricci, segretario Cgil di Napoli, chiude citando la manifestazione di Casapound a Bologna dello scorso novembre, vicina alla Stazione: “Una manifestazione che grida vendetta”. Presenti al convegno anche Daria Marrucci (Anpi) e Gianni Monte della segreteria Cgil, che ha moderato l’incontro.