Bologna, Vittorio Sgarbi diventa un fumetto: "Io, Superman spinto dai giovani"

Il candidato del centrodestra al Senato lancia una 'comic' in cui raddrizza le Torri. "Le opere di Morandi in Comune e a Grizzana"

Bologna, 8 settembre 2022 - Il mondo , probabilmente, si divide tra chi le Due Torri le vuole dritte, e chi le vuole storte. Ma Sgarbiman è concretezza, quella che chiedono i bolognesi appena scesi dal Crescentone con il naso allìnsù, mentre il mantello blu e la tuta rossa, interrotti dall’oro abbagliante sull’effige con le fattezze di una capra – benchmark sgarbiano – planano davanti al Nettuno per completare la missione del nuovo Nembo Kid, che alla lettera della striscia del fumettista bonelliano Giuseppe Candita (Tex, Zagor) ovviamente delle Torri corregge la curvatura. "Finalmente qualcuno che raddrizza le cose!", esclama una cittadina sorridente, e non è un caso se Vittorio Sgarbi ha scelto anche un racconto per immagini, un fumetto, per spiegare nel 2022 che cos’è secondo lui una campagna elettorale. Metafore e ironia, il candidato all’uninominale del Senato per il centrodestra nel a Bologna (con i galloni del suo movimento ‘Rinascimento’ e di ‘Noi Moderati’) è tornato in città per pungere i suoi avversari politici. A corredo, c’è il fumetto a puntate che viene pubblicato su il Resto del Carlino (da oggi) e che in seguito diventerà anche un cartone animato.

Vittorio Sgarbi in versione Superman, o ‘Sgarbiman’
Vittorio Sgarbi in versione Superman, o ‘Sgarbiman’

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Sgarbi come Clark Kent?

"Piaccio ai giovani per il mio temperamento, mi piace molto il tratto di Candita – racconta Sgarbi –: non gli ho dato una sceneggiatura, solo qualche indicazione, l’idea dello scudo con la capra è tutta sua. E ovviamente nel fumetto distruggo la statua di Pier Ferdinando Casini sulla fontana del Nettuno"

Perché questa scelta?

"Perché serve un linguaggio diverso, in una politica fatta ormai solo di slogan e di programmi che tutti sanno a memoria. La novella grafica nasce da una mia idea, vogliamo comunicare il mio carattere e la mia personalità ai giovani che mi amano, io che sono ben diverso da Casini che è una statua di gesso".

Quando il cartone?

"E’ pronto, lo manderemo a brevissimo sui miei social. Prima ci sarà il fumetto in cinque puntata su QN-il Resto del Carlino , che dovrebbe anche essere contenuto in un fascicoletto estraibile. Poi lanceremo il cartone".

Come sta andando la campagna elettorale?

"Sono stato travolto da un’ondata inverosimile di consenso, non si vede uno che vota Pd. Sono tutti sgarbiani, bisogna comunicare ai cittadini la vitalità e il piacere di vivere. E’ una campagna elettorale corpo a corpo, io la sto vivendo così".

Conferma il suo impegno per il rilancio del rinascimento bolognese?

"Assolutamente, il 21 settembre al Celebrazioni presenterò in collaborazione con la Fondazione Pallavicino un libro sugli scritti di arte antica di Francesco Arcangeli, grande storico dell’arte bolognese. Rilanceremo la cultura bolognese, questa città è civiltà, deve uscire dai soli portici, bisogna tenere i musei aperti e gratuiti fino alle nove di sera".

Programmi su Morandi?

"Mi muoverò per riportare e potenziare la collezione Giorgio Morandi a Palazzo d’Accursio, prendendo le opere dal Mambo, e sono già d’accordo con l’assessore regionale Felicori per portare a Grizzana Morandi, nella casa del più grande pittore del Novecento o in un padiglione restaurato poco distante da quell’abitazione, una decina di sue opere paesaggistiche".

Lei si è detto apertamente contrario agli autovelox così come sono concepiti.

"Certo, così sono macchine per fare cassa, anche a Bologna, vieni multato se sfori di cinque chilometri orari e sei costretto a frenare e ripartire. Si tratta di un ricatto, servono misure reali di controllo della velocità".

Dal Pd, Serracchiani e Letta hanno detto un secco ‘No’ all’ipotesi lanciata da Carlo Calenda di un governissimo di unità nazionale, se il Paese dovessere essere in emergenza in autunno, con dentro anche Giorgia Meloni.

"Debora Serracchiani deve semplicamente tacere, perché con Draghi sono stati proni e se la Meloni avesse deciso di aderire a quel governo, cosa che non ha fatto con acume politico, loro ci sarebbero tranquillamente stati. La vera emergenza democratica è Fratoianni con Letta, non la Meloni. Il fascismo non esiste più, invece il comunismo c’è eccome".

 

 

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