Le voci nell’etere catturate da Axel Technology

Premio Mascagni, emittenti e tv di tutto il mondo all’azienda di Anzola VIDEO

Giuseppe Vaccari

Giuseppe Vaccari

Bologna, 17 marzo 2015 - C’è un'azienda, ad Anzola, che fa parlare gli speaker di mezzo mondo. Al comando c’è Giuseppe Vaccari, che ha fondato la Axel Technology nel 1996 dopo15 anni ai vertici della Aev. Il tempo di aprire e, nei loro uffici di Anzola sono arrivate centinaia di emittenti da tutto il mondo.

Vaccari, cosa vi chiedono?

«La Axel Technology è in grado di fornire oggi tutto il necessario per andare in onda: dalle consolle di regia, ai sistemi per il controllo della qualità. Ci sono poi coloro i quali, partendo da zero, ci chiedono di avere degli studi chiavi in mano. In quel caso è nostra cura perfino progettare gli spazi».

Su che frequenze vi ascoltiamo?

«Non vorrei sembrare presuntuoso ma beh, quasi su tutte. La lista comprende tutte le reti televisive e radiofoniche Rai, gli impianti di Rai Way, poi Mediaset, Sky e, per quanto riguarda le radio: Montecarlo, Rds, 105, 101, Radio Maria, Kiss Kiss. All’estero abbiamo la Cnn, Telemundo in America, la Tdf, moltissime emittenti africane, la radio di Stato cinesi, le principali emittenti giapponesi».

Ma i giapponesi non sono i leader di queste tecnologie?

«Lo sono, ma per colossi come Sony, per fare un nome, il mercato di riferimento principale è quello dei consumatori finali. Aziende come la nostra, specializzate nelle attrezzature professionali, spesso con soluzioni su misura, occupano una nicchia particolare».

Che differenza c’è tra un impianto tradizionale e i vostri?

«Il materiale per il broadcasting deve essere molto più performante».

Traduca.

«Per trasmettere servono macchine capaci di funzionare 24 ore su 24 e di far arrivare un segnale pulito in condizioni non ottimali. Se la voce dello speaker deve sentirsi chiara in auto, con il segnale che va e viene, alla fonte deve essere raccolto in modo impeccabile».

A fare due conti, quando ha cominciato, l’unico cliente in giro era la Rai.

«Mi sono diplomato nel ’71 alle Aldini Valeriani e, difatti, cominciai in produzione alla Marposs, quindi feci il commerciale alla Olivetti. A quel punto un conoscente chiese una mano a me e ai miei fratelli per mettere su una emittente radiofonica...».

Avrete detto di no.

«Ci appassionammo, trovammo i materiali, costruimmo l’impianto. Si sparse la voce, cominciarono a chiamarci. Aspettammo il primo cliente e a quel punto io mi licenziai».

Essere giovani e senza pensieri.

«Veramente avevo un mutuo e due figli. Mi dissero che ero un pazzo e fecero la stessa cosa quando lasciai la Aev».

Perché lo fece?

«Divergenze. Per sei mesi pensai a come reinventarmi ma clienti e fornitori che mi incitavano a rimanere nel giro. Così alla fine mi decisi».

Perché Axel Technology?

«Doveva essere Excell. Ma c’era già un mucchio di altra roba con questo nome. Decidemmo di cambiare la prima lettera da E ad A: nei cataloghi delle fiere saremmo stati i primi».

Ha funzionato?

«Aiuta quando non ti conoscono. Il resto lo fanno qualità e passaparola».