Premio Mascagni, il pallino per il futuro della S.t.a. Stampi

Eder e Alan Tedeschi: "Nati per trovare soluzioni nuove"

Eder Tedeschi, figlio di Francesco, seconda generazione in azienda

Eder Tedeschi, figlio di Francesco, seconda generazione in azienda

Castello d'Argile (Bologna), 25 luglio 2017 - Quella della S.t.a. è una storia di passione e voglia di mettersi in gioco. Ovvio: un avvio del genere non è proprio inedito. Ma d’altronde come descrivere un’azienda, racconta Eder Tedeschi, seconda generazione con il cugino Alan, "nata dall’avventura di due fratelli agricoltori, nessuno studio tecnico particolare alle spalle, che nel 1975 decisero di punto in bianco di lanciarsi nella produzione di stampi per l’industria, facendolo fin da subito con un’attenzione quasi morbosa nei confronti delle novità più avveniristiche: i primi computer, i macchinari più aggiornati, i disegni in Cad...".

Un approccio evoluto.

"La fortuna fu trovare un’azienda a Pianoro che stampava la lamiera e a cui mancavano gli stampi. Così loro affittarono il capannone di fianco e si misero a realizzarli...".

Come si fa a cominciare da zero?

"Con tanta intraprendenza, e soprattutto curiosità, voglia di capire come funziona un mondo, come si risolvono i problemi, come si ottiene esattamente ciò che il cliente vuole".

Oggi stampate in proprio.

"La svolta è arrivata nel 2009, con l’acquisto di un’azienda di stampaggio. Abbiamo scoperto questo mondo così diverso eppure complementare al nostro, ed è rinata quella passione di famiglia di scoprire, lanciarsi alla scoperta di un approccio nuovo, associato anche in questo caso a un’attenzione per l’avanguardia tecnologica".

L’arrivo in azienda della seconda generazione sarà stato obbligato.

"Chi cresce in un’azienda di famiglia non può non sentirsene naturalmente attratto, volente o nolente. Sia mio cugino che io, però, non siamo stati affatto catapultati qui dentro. Abbiamo iniziato dall’inizio, negli anni ’90, spazzando a terra a fine lavorazione in estate, quando la scuola era chiusa. Poi siamo passati al trapano, al tornio, all’ufficio commerciale e solo alla fine del percorso abbiamo avuto una scrivania".

Continuate a realizzare stampi?

"Oggi la parte principale del nostro business riguarda lo stampaggio. Ma la realizzazione degli stampi in proprio non è andata persa, si è trasformata in un secondo mercato e soprattutto in uno know-how preziosissimo per il nostro lavoro, poiché sono in pochi a poter contare su una produzione in proprio che va dalla co-progettazione del pezzo, alla realizzazione dello stampo e in fine, passaggio dopo passaggio, al prodotto finito".

I vostri clienti sono le stelle dell’automotive. Perché scelgono voi?

"Per l’affidabilità che abbiamo dimostrato nel tempo, per la nostra capacità di innovarci e mantenerci sempre al passo con le ultime tecnologie e perché ci piacciono le imprese difficili, come lo stampaggio a imbutitura profonda e molto altro".

Nel futuro cosa c’è?

"Il motto di famiglia è ‘open mind’. Siamo sempre pronti a cogliere nuove sfide, lanciarci in progetti nuovi, come dimostrato finora, e continuare a farlo, si spera, con passione e divertendosi".