Bologna, Motoriduttori e potenza. I segreti della Transtecno / VIDEO

L’azienda di Anzola in crescita costante all’estero

Stefano Sabattini, vice presidente e direttore commerciale di Transtecno

Stefano Sabattini, vice presidente e direttore commerciale di Transtecno

Bologna, 10 ottobre 2017 - Più venti per cento di fatturato rispetto al 2015, che a sua volta si era chiuso con un 20% in più sull’anno prima. Non male per un mercato, quello dei motoriduttori e la trasmissione di potenza, universalmente considerato maturo.

Stefano Sabattini, vicepresidente e direttore commerciale di Transtecno, come si cresce a questi ritmi?

“In primo luogo non è vero che un prodotto maturo come il motoriduttore non possa migliorare. La strada da percorrere quotidianamente è ancora tanta: puntiamo costantemente a una maggiore compattezza, alla riduzione del rumore, all’abbattimento dei consumi energetici. Fatto salvo ciò, la nostra forza oggi è fatta di completezza del servizio, velocità e costi”.

I costi in genere si abbassano riducendo la qualità, o producendo all’estero.

“Ridurre la qualità non è mai la soluzione. Noi, con 34 anni di esperienza, siamo riusciti a contenere i costi e velocizzare le consegne grazie a una logistica sempre più efficace e al principio della produzione modulare, con una serie di componenti standardizzate valide per tutta la gamma da assemblare a elementi specifici in un prodotto ritagliato sulle specifiche del cliente. In questo modo abbiamo anche aumentato la possibilità di personalizzazione che sempre più spesso ci chiedono i clienti”.

E la completezza del servizio?

“Vuol dire affiancare il cliente fin dalla progettazione, e ancor prima: il 15% dei prodotti che realizziamo sono interamente progettati da noi, sulla base della macchina che ha in mente il cliente”.

Serve un esempio pratico.

“L’azienda che sta realizzando una nuova macchina ha sempre le idee chiare su quanti movimenti debba fare, con che velocità e per produrre quanti pezzi all’ora. Quale sia il motore adatto per far sì che il prodotto finale abbia proprio quelle caratteristiche, invece, è compito nostro”.

Come si parte da Anzola per arrivare in 60 Paesi al mondo?

“Transtecno ha sempre guardato soprattutto all’estero, dove oggi realizziamo circa il 70% del fatturato. Ci scelgono per la competenza, la serietà, la velocità (sfido a trovare un’azienda che ha tempi di consegna dai 5 ai 10 giorni su tutta la propria gamma). Infine la meccanica bolognese è ovunque un ottimo biglietto da visita”.

Il paradosso però è che negli ultimi anni la ‘scuola’ bolognese del settore sembra essersi fermata.

“La ricerca di personale e soprattutto la formazione occupano una parte importante del nostro lavoro. Occorre trovare le persone giuste e con le giuste competenze, ma soprattutto è necessario affiancarle a chi, in Transtecno, ha un’esperienza trentennale. La staffetta generazionale è cruciale”.

Nel futuro cosa c’è?

“Utilizzeremo la flessibilità che ci è data dalla progettazione modulare per entrare in mercati sempre nuovi, adattando le nostre macchine a funzioni ogni giorno diverse. Da questo punto di vista non ci poniamo limiti: possiamo essere ovunque ci sia bisogno di un motore”.