SAN GIORGIO DI PIANO (BOLOGNA), 20 GIUGNO 2011 - «IL DEBITORE si trova in stato di insolvenza», «ingenti perdite da più esercizi» e ancora «trattative per un rilancio con un nuovo piano industriale senza esito e, infine, ingenti debiti con le banche, alcune delle quali hanno revocato i fidi». Sono soltanto alcuni passaggi delle tre pagine di sentenza con cui il tribunale di Bologna ha dichiarato il fallimento della Ocem di San Giorgio di Piano. Nel documento si legge che «l’azienda è attualmente in attività con 89 dipendenti, non pagati da marzo 2011» dopo che,nelle settimane scorse, erano stati depositati i libri contabili in attesa che un gruppo di imprenditori bolognesi si decidesse a rilevare l’impresa, specializzata nella produzione di luci per le piste di atterraggio.

MA OGNI possibile compratore si è fatto di nebbia. E allora quello che si temeva da tempo, è diventato realtà: un’azienda leader in Europa che, ultimamente, si era aggiudicata un appalto per il laboratorio di fisica industriale a Bruxelles, è fallita. Dalle ultime indiscrezioni, sembra che all’asta fallimentare parteciperà un imprenditore bolognese insieme ad una cordata formata da milionari russi. Nella sentenza di fallimento viene sottolineato che «si autorizza il curatore a mantenere in forza il personale che riterrà necessario per portare avanti questa fase ed ad attuare tutte le procedure relative ai dipendenti eventualmente non utilizzati, nel rispetto delle norme e degli ammortizzatori sociali». Nel corso dell’ultimo incontro in Provincia di un mese fa alla presenza del sindaco Valerio Gualandi e dell’assessore Graziano Prantoni, la proprietà aveva parlato per la prima volta di fallimento dopo che per 5 mesi era stata ventilata la prospettiva della cessione. Un campanello d’allarme per i dipendenti che avevano protestato davanti a Palalzzo Malvezzi.

«CHIAREZZA sul nostro futuro», era lo striscione a caratteri cubitali che campeggiava davanti alla Provincia. Gli operai erano già in sciopero permanente a due ore al giorno da due settimane e, negli ultimi giorni, l’attività si era fermata. Il sindaco Gualandi e l’assessore Prantoni avevano manifestato il loro sconcerto e confermano quanto detto all’incontro di un mese fa: «La gestione della crisi sicuramente non è stata delle più accorte. Se dovesse chiudere l’Ocem, vorrebbe dire perdere un’attività all’avanguardia che comprende operai specializzati. E dire che c’era la possibilità di salvaguardare l’impresa con l’avvento di un nuovo gruppo».